Napoli, i due volti della difesa: bene 55′, poi l’inspiegabile black out ed il ritorno di vecchie amnesie

Sarri era stato chiaro: per vedere il suo Napoli giocare al massimo delle possibilità, occorrerà tempo, pazienza e lavoro, qualità necessarie ai calciatori per acquisire definitivamente i nuovi schemi e metodi di lavoro. Non sfugge a questo messaggio nemmeno la difesa, il vero cruccio del Napoli nelle ultime stagioni e che, nelle prime due giornate di campionato, non è certo partita nel migliore dei modi: quattro goal subiti ed alcuni, come al solito, facilmente evitabili. Anche quanto accaduto ieri sera contro la Sampdoria, lascia intendere che ci sarà ancora molto da lavorare per perfezionare un reparto fondamentale per ogni squadra.


Ben 55′ di ottimo livello, 
con una retroguardia che non ha rischiato praticamente nulla: calciatori della Sampdoria puntualmente bloccati, spazi chiusi, marcatura stretta. Reina e compagni hanno annichilito Eder e soci, lasciando zero possibilità per iniziative e percussioni. La difesa è sembrata ben schierata, lucida, attenta, a tratti perfetta: Koulibaly ha giocato con personalità; Hysaj ha mostrato qualche piccolo miglioramento atletico rispetto all’uscita contro il Sassuolo; Albiol ci ha messo il fisico e la concretezza mentre Maggio è stato attento soprattutto ai pericoli provenienti dalla sua fascia. Insomma, un reparto che ha girato bene così come tutta la squadra, mettendo alle strette una Sampdoria sicuramente in condizioni fisiche migliori e galvanizzata dopo l’ottima partenza col Carpi domenica scorsa.

Poi due minuti di black out ed un 2-0 che si trasforma in 2-2. Rigore per la Samp, quasi preso da Reina; grande giocata di Eder, aiutato anche dal momento di sbandamento della squadra ed è pareggio. Una doccia ghiacciata. In un attimo sono tornati a galla tutti i limiti e le amnesie che hanno tartassato questa squadra negli scorsi anni: una distrazione fatale per un Napoli, fino a quel momento, padrone indiscusso del campo.

Errori individuali, più che altro, e tutti facilmente evitabili quando si è in vantaggio e con la partita quasi al sicuro. Al di là del rigore, il Napoli ha accusato troppo i due minuti di fuoco della Samp e ne ha fatto le spese la retroguardia, che ha cominciato a sbandare ed a faticare, vanificando quanto di buono costruito fino ad allora. Qualche minuto di insicurezza, insomma, dove il pensiero collettivo non ha funzionato, così come dichiarato anche da Sarri sabato pomeriggio in conferenza stampa.

Nulla da fare nemmeno questa volta, per il Napoli: i miglioramenti ci sono stati, i 60′ minuti di ottimo livello ne sono la prova più tangibile. Ma su alcune cose si dovrà ancora lavorare molto, per eliminare, finalmente, tutte le insicurezze di un reparto che, con un po’ più di calma, può dare il suo decisivo contributo. Come? Sicuramente con dedizione, precisione, attenzione e calma: con un mercato che ormai non può più promettere troppo, bisogna lavorare sulle pedine in forze e cercare idi valorizzare i punti di forza di ogni elemento, per un reparto più esperto e compatto in qualsiasi lettura di gioco.

Gennaro Donnarumma
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