La difesa del Napoli riparte da Pepe Reina, cinque motivi per il ritorno in azzurro e la voglia di mettersi ancora in gioco

Pepe Reina è ormai un napoletano di adozione. In un solo anno, il primo di Rafa Benitez, il portiere di Madrid si è lasciato conquistare da una città e dalla sua gente. Con un po’ di ritardo, alla fine è tornato: un anno di purgatorio trascorso a Monaco di Baviera, lontano da quella che si potrebbe considerare ormai la sua seconda casa, e via, di nuovo all’ombra del Vesuvio. Non c’è più Benitez ma cambia poco: tra uomini di campo, che col pallone ci vivono, si parla la stessa lingua. In tutto questo una sola costante: Napoli, il suo essere così diversa, particolare, assurda, sopra le righe, bella, magica. Tutti elementi che hanno conquistato un grande portiere partito da Madrid, passato per Liverpool, approdato alla fine nella città del sole e del mare, da sempre mix di culture e civiltà diverse: c’è un po’ di Francia, c’è un po’ di Spagna, insomma, è il luogo ideale. Il posto giusto per il portiere giusto nel momento giusto.

PAROLE D’AMORE. “Quando arrivi a Napoli trovi tanto disordine, ma alla fine ti rendi conto che i napoletani hanno un cuore spettacolare. Se vai via, è sicuro che lasci qualcosa di importante. Quando arrivi al Sud piangi due volte ed è vero: quando arrivi e quando parti.” Così parlava Pepe, un anno fa, nel corso di una trasmissione sulla tv spagnola. Gli sarà successo sicuramente così, un anno fa. Ora finalmente i tifosi possono riabbracciarlo, goderlo nelle sue spettacolari uscite, nei voli mozzafiato ed in tutta la sua passione. In un calcio dove i soldi fanno la differenza, il nome della squadra conta più di una carriera, Reina ha deciso di trasferirsi in una grande piazza dove è consapevole di essere tra i grandi protagonisti. Una piazza che ha amato dal primo giorno e che ha ricambiato incondizionatamente il sentimento: i grandi amori, prima o poi ritornano. E sarà così, per la prossima stagione e per le altre.

Cinque su tutti i motivi alla base del ritorno: scopriamo insieme quali.
Amore: Quello che dà Napoli è qualcosa di introvabile, in ogni angolo del mondo. Il Napoli è una fede, la squadra non si sostiene, si ama. Non esistono contestazioni, non esiste sconfitta che possa offuscare questo concetto. Il rapporto tra il tifoso, la squadra ed un suo rappresentante è come un legame di sangue: incancellabile. L’abbraccio di 60.000 spettatori riempie il cuore e fa tremare le gambe, lo percepiscono persino gli avversari. Che sia allo stadio o in allenamento, il calore c’è sempre, non solo in estate. Per la città, se si incontra un giocatore, è una festa: non solo foto ed autografi, ma anche chiacchiere, risate. Il tifoso del Napoli vive il Napoli in tutto e per tutto, una grande carica nei momenti in discesa ed anche in quelli in salita.

Complicità: L’elemento che forse caratterizza più di tutti il rapporto tra Pepe e il Napoli: l’alchimia che è riuscito a creare con i tifosi ha pochi precedenti. Ad ogni goal o ad ogni impresa, l’esultanza di Pepe non è mai mancata. Al tifoso piace, sicuramente anche a lui: aiuta a fortificare il legame. Si fa di tutto per far sì che il calciatore si senta uno del popolo e con Reina la missione è stata compiuta perfettamente, napoletano d’adozione dentro e fuori dal campo. Non ci sono ingaggi che reggano, se hai Napoli hai tutto: sicuramente avrà pensato questo, Pepe, quando Aurelio De Laurentiis lo ha richiamato per gli interessi della sua squadra.

Passione: esiste solo e soltanto il Napoli. Ogni giorno, per tutta la settimana, che sia a Via Toledo o ai Quartieri Spagnoli, c’è sempre qualcuno che sta parlando del Napoli, di una partita, della prestazione della squadra. La passione è fondamentale: un intero popolo vive la propria settimana nell’attesa della domenica. Da poche parti si trova un culto così forte e Reina lo ha capito: la passione è la sua arma più importante, quella che mette in campo per lui e per la gente che rappresenta.

Maglia: è più importante, persino del nome. Puoi aver vinto campionati e Champions, ma la città che rappresenti è tutto. Altra missione compiuta, Pepe: in campo prima per un popolo, poi per il resto. E alla fine, nella sua decisione di tornare a Napoli, non hanno avuto peso né tanto l’aspetto economico né tanto la volontà di rientrare in una piazza in cui è stato bene quanto piuttosto la volontà di ritornare a rappresentare quella maglia che, indirettamente, è il veicolo necessario ed imprescindibile per rappresentare la storia, la cultura, la tradizione e l’identità di un popolo, quello partenopeo, diverso in tutto e per tutto dagli altri. Nelle ultime stagioni, pochi giocatori hanno dimostrato un attaccamento così forte ai colori come Reina: non c’è bisogno di baci e troppe carezze, basta sudarla. E’ quello che sa Pepe, è quello che vuole il nuovo mister. Parte una nuova epoca per quei colori, Reina saprà difenderli.

Tifosi: il motivo principale. Se Pepe ama tanto Napoli, un po’, diciamocelo, è merito di chi lo ha sempre sostenuto: per ogni applauso, coro, o boato dopo aver sentito il suo nome. Per ogni urla, per ogni volta che un tifoso avrebbe voluto abbracciarlo e da quegli spalti, col pensiero, qualcuno sicuramente lo avrà fatto. Anzi, il primo tifoso è proprio lui: su Twitter il suo #ForzaNapoliSempre è ormai trend dell’anno per i tifosi azzurri. Idolo, in tutto e per tutto.

Reina è tornato, finalmente: addio insicurezze e mezze misure. Un vero leader per il nuovo Napoli di Maurizio Sarri: un portiere che, prima di essere un dipendente ed un calciatore, si sente ed è a tutti gli effetti figlio adottivo di un’intera città e della sua tifoseria, pronto a calcare i palcoscenici d’Europa e d’Italia a partire già da domani, in amichevole contro il Porto.

Gennaro Donnarumma
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