Due settimane di Dimaro. Il Napoli di Sarri prende forma tra certezze, sorprese e qualche dubbio

Due settimane di ritiro alle spalle e un nuovo Napoli, quello plasmato sotto l’accorta egida di Maurizio Sarri, che prende forma, giorno dopo giorno, seduta dopo seduta.

GENESI –  Tanto lavoro sul campo di Carciato, schemi e meccanismi riproposti in maniera maniacale per ottenere, netta, la resa richiesta dal campo. Un lavoro ambizioso ed indubbiamente in salita, facendo tabula rasa a dispetto alle precedenti gestioni, che richiede tempo, pazienza ed applicazione, peculiarità ribadita a più riprese dall’allenatore ex Empoli.

CERTEZZE – Le due sfide di preparazione contro Anaune e Feralpi Salò hanno già espresso tangibili alcuni marchi di fabbrica del tecnico: fraseggio fluido e costantemente in verticale, uno, massimo due tocchi come dogma, come tassativamente richiesto da Sarri nelle intense sedute di allenamento. Una fluidità trasfusa, come ovvio, nella trequarti, ad innescare l’immenso potenziale offensivo partenopeo. Mertens e Insigne indiscussi mattatori di questi primi scampoli di stagione, battezzati al credo dell’allenatore partenopeo con una naturalezza a tratti disarmante. Proprio nella sfida di ieri, indubbiamente più probante rispetto al confronto contro i dilettanti della Val di Non, i primi 30′ di gioco hanno certificato quello che, con i dovuti accorgimenti del caso, sarà il nuovo Napoli griffato Maurizio Sarri: pressing asfissiante a cadenzare i ritmi di accelerazioni improvvise, un mix esplosivo con lo scopo di scompaginare gli equilibri negli ultimi venti metri.

DUBBI –  Note liete, a tratti anche esaltanti, che trovano però un contraltare nel vero e proprio nucleo del lavoro imbastito in Trentino. Fari puntati con costanza certosina sulla fase difensiva, a smussare limiti e difficoltà palesate nelle passate gestioni tecniche. Un vero e proprio leit motiv per indottrinare i difensori partenopei ad una visione completamente nuova della fase passiva. Equilibri che, di certo, necessitano di sfide che meglio possano mettere alla berlina difetti e limiti della contraerea partenopea e che senza dubbio alcuno non possono esulare da un intervento, forte, sul mercato. Chiusi con largo anticipo i colpi Reina e Valdifiori, conclusa positivamente la maratona per Allan, proprio sugli obiettivi per la retroguardia il nuovo diesse Cristiano Giuntoli, sta incappando in qualche ostacolo di troppo. Sempre più complessa la trattativa per cingere Astori d’azzurro, il gruppo partenopeo non ha ancora trovato il sostituto di Britos, oltre a richiedere un ulteriore innesto. Medesimo problema nella ricerca dell’esterno destro, dove i continui colloqui con l’entourage di Vrsaljko ed il Sassuolo – scottato dall’affaire Zapata – non hanno portato ad un epilogo in grado di accontentare le parti. Il maniacale lavoro di Sarri impone che tutti i tasselli siano al posto giusto a breve giro di posta, l’imperativo è presentarsi ai nastri di partenza del campionato alle porte senza che nulla sia lasciato al caso. Il lavoro, sul campo, continua, ora la palla passa doverosamente alla dirigenza partenopea.

Edoardo Brancaccio

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