Astori e il Napoli, due anni dopo un matrimonio che “s’ha da fare”

Napoli nel destino, un idillio più volte ad un passo e mai definitivamente realizzato quello tra Davide Astori e la piazza partenopea.

Trattative lampo, accordi sottoscritti, tutto sfumato nei titoli di coda di affari che sembravano ormai giunti al migliore degli epiloghi. Da sempre un pupillo del patron azzurro, Aurelio De Laurentiis, il centrale cresciuto nel vivaio del Milan fu davvero ad un passo dal vestire l’azzurro nell’estate del 2013, la prima di Rafa Benitez sulla panchina del Napoli.

Un vero e proprio blitz, quello tra il presidente dei partenopei e l’allora deus ex machina del CagliariMassimo Cellino. Un accordo su cifre importanti: 15 mln sull’unghia per strappare uno dei più convincenti difensori del campionato alla folta concorrenza.

Tutto fatto? Non proprio, decisivo il veto di Rafa Benitez, un Don Rodrigo a sbarrare la strada verso il Golfo al difensore, trascinato da quell’animo da manager, forgiato stagione dopo stagione nella sue entusiasmanti esperienze in Premier League. “Per Astori Cellino è stato un signore e con lui avremmo sicuramente trovato un accordo. Benitez mi ha spiegato che con la difesa a 4 preferisce avere destri piuttosto che mancini avendo noi già Britos” disse il patron azzurro a pochi giorni dalla chiusura della sessione estiva di mercato. Ragioni tattiche a celare un no dettato, anche, se non soprattutto, da cifre eccessive, meglio puntare sull’usato sicuro. Quel Federico Fernandez titolare imprescindibile nella stagione dei 12 punti Champions, terzo posto e della vittoria in Coppa Italia nella maledetta sera del 3 maggio, ceduto poi a suon di milioni allo Swansea l’estate scorsa.

Estate, quella del 2014, dell’approdo di Astori alla Roma, prestito oneroso e riscatto fissato a 5 mln. L’addio al Cagliari dopo sei stagioni, 179 presenze e tre reti, ambendo alla definitiva consacrazione in un club di primissima fascia. Cambio di passo che, complice l’annata non semplice – ma culminata comunque con un secondo posto e 29 presenze ed un goal per il centrale nativo di San Giovanni Bianco, nel bergamasco – non è avvenuto. Qualche critica di troppo ed il mancato riscatto, con conseguente ritorno alla base, ma con una tappa in Sardegna solo provvisoria.

Sullo sfondo il sì tante volte rimandato. Il passaggio di Astori in azzurro è ormai solo una formalità, tanta voglia di rilanciarsi legata a doppio filo alla stagione della rifondazione, della rinascita azzurra. Ai rossoblù 5 mln più bonus legati all’approdo del Napoli in Champions, tre anni più opzione per il quarto per il giocatore. Astori e il Napoli, stavolta il matrimonio s’ha da fare.

Edoardo Brancaccio

 

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