Alle spalle un giovedì ricco di rivelazioni, nel futuro l’ultima domenica da veri leoni

Giovedì è ormai alle spalle, così come l’attesa di conoscere quello che sarebbe stato l’argomento di una conferenza straordinaria indetta dopo settimane di silenzio. Era strano tornare a parlare proprio poco prima di una gara importante, fondamentale per il futuro del Napoli ma, ascoltare le voci dei protagonisti, a prescindere da ciò che vogliano dire è sempre rassicurante ed un segnale forte per tutto l’ambiente. Le premesse della vigilia sono state rispettate: ieri alle 13 c’è stato il saluto di Rafa Benitez al Napoli, al suo Napoli, a chi da sempre ha creduto in lui ed a chi l’ha criticato aspramente, dopo due anni ricchi di emozioni intense, alti e bassi, vittorie, imprevisti, coppe e passi in avanti.

IL PERCORSO. Da qualsiasi lato lo si voglia guardare, il percorso di Don Rafè all’ombra del Vesuvio è stato da sempre unico e sui generis: una ventata di rinnovamento ed al contempo di familiare passione e dedizione al lavoro, una sana umiltà legata alla convinzione dell’esperienza e di un cammino sempre in salita, anche quando vincente. Non è facile essere protagonisti, allenatori, tifosi, giocatori ed anche giornalisti a Napoli, ancor di più quando si viene da una realtà diversa e nonostante il curriculum parli senza possibilità di appello, si chiede sempre qualcosa in più. Mai un comportamento sopra le righe, mai una caduta di stile, mai una polemica feroce contro la piazza. Benitez ha rispettato i ruoli e le sue idee, non snaturandosi quasi mai se non alla fine. Ma come negli amori più belli e profondi, a volte c’è bisogno di allontanarsi prima che si distrugga quanto di bello fatto e questo era proprio il momento di farlo.

IL FUTURO. Quello di Benitez non tange più ai partenopei, quello del Napoli ancora legato al tecnico spagnolo invece sì. “Voglio lasciare la squadra con una vittoria e con la Champions in tasca” ha tuonato deciso ieri, riportando il focus della settimana su Higuain e soci e non più su ciò che ne sarà di lui. Vietate infatti le domande su ciò che sarà del tecnico, mentre al presidentissimo De Laurentiis ciò che sarà del club all’ombra del Vesuvio. Dalla cantera, allo stadio, fino al mercato ed ai cambiamenti nello staff tecnico e dirigenziale, c’è tanto a fare e da ricostruire. Tutto passa però da quei 90′ di domenica al “San Paolo”, fondamentali per dare al progetto una nuova spinta vitale. Battere la Lazio per aggrapparsi alla Champions, per dimostrare il proprio valore, regalare ai tifosi il finale di stagione che hanno sempre voluto. Conquistare i tre punti per voltare pagina al meglio, riscattarsi dagli alti e bassi di una stagione ad intermittenza e confermarsi per il secondo anno consecutivo nell’Europa che conta. Superare i biancocelesti per gridare forte a tutti che il Napoli ha un carattere forte anche se spesso vacilla e che quel terzo posto lo vuole, lo merita e se lo prenderà. Deve essere questo l’unico, forte e solo diktat dei prossimo tre giorni. Spalla a spalla, tutti insieme. Senza alcuna distrazione.

Alessia Bartiromo
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