3, 13 e 23, la trilogia dei numeri primi per rispedire il diavolo all’Inferno

La prima vera calda notte di Fuorigrotta accoglie al “San Paolo” il Milan di Pippo Inzaghi. Il Napoli, reduce dalla brutta sconfitta di Empoli, ha l’occasione e l’obbligo di incassare una vittoria per non perdere dal mirino Lazio e Roma, uscite rispettivamente dai campi con un pareggio e una vittoria. La crisi rossonera spiana la strada agli uomini di Rafa Benitez, con uno in più per l’intera gara e un rigore a favore dopo appena un minuto di gioco. L’espulsione di De Sciglio batte il record di tutti i tempi, ma l’errore dal dischetto di Gonzalo intimidisce gli azzurri e sembra condannare l’andamento del match. Una sofferenza lunga 70’, condita di pazienza e cattiveria, fino alla gloria che rompe l’incantesimo. Napoli-Milan è la trilogia dei numeri primi: 3, 13 e 23, una strana coincidenza che firma la vittoria degli azzurri sui rossoneri. I cambi di Benitez, la voglia di vincere e la responsabilità di non poter più sbagliare segnano il successo azzurro, condotto dai suoi uomini migliori, in attesa del Dnipro e della semifinale europea.

TRE, i gol messi a segno dal reparto avanzato azzurro, che in appena sei minuti rispedisce il diavolo all’Inferno. Le danze seguono il ritmo giusto, in un’armonia che riconcilia anima e mente. I sorrisi sui volti distesi, dopo la tensione e quell’ansia da prestazione che avrebbe potuto compromettere per sempre il viaggio verso la Champions. Stavolta il treno ha rischiato di deragliare e rovinare tutto, ma i malocchi e il catenaccio rossonero non sono stati abbastanza per chiudere i giochi azzurri. Hamsik, Higuain e Gabbiadini gli artefici della notte magica, ci mettono la firma e servono sul piatto d’argento quei 3 punti pretesi da Rafa e dalla folla del San Paolo. Come in Germania col Wolfusburg, sono ancora loro i leader azzurri, pronti a risollevare le sorti della squadra anche nei momenti meno lucidi.

TREDICI, quelli messi a segno da capitan Hamsik. Record personale eguagliato dallo slovacco, che apre le danze e torna ad alzare la cresta. Cinque raccolti in appena 18 giorni: dalla Fiorentina al Milan, passando per la doppietta in Europa League e quella inutile ma d’orgoglio nell’ultima trasferta toscana. Come un cecchino, il capitano azzurro sembra esser tornato sulla strada giusta, la stessa che per qualcuno sembrava invece esser destinata al fallimento. Tra una critica e un applauso si riprende il suo Napoli, nelle notti di gloria, come in quelle di affanno, tranquillizzando il mister e trainando la squadra al successo. Troppe le chiacchiere, pochi i centimetri che lo vedono spostarsi velocemente tra gli spazi e colpire nel profondo l’avversario di turno. Il silenzio è d’obbligo, il binario sembra essere di nuovo quello giusto.

VENTITRE’, quello impresso sulla maglia del nuovo bomber azzurro. Tra le firme d’eccellenza della stagione c’è ancora lui, Manolo Gabbiadini, che entra e segna con classe e tranquillità. Una garanzia per Benitez, che non l’avrà di certo inserito tra le prime scelte del taccuino d’oro, ma potrà farne buono uso almeno fino al termine di una stagione ancora tutta da decidere. E’ arrivato in silenzio, ma pronto ad ingranare il meccanismo ingegnato dallo spagnolo. Una gara in panchina, una da titolare e così via, senza pretendere, né preoccuparsi. Manolo lo sa e con lui quella rosa che l’ha accolto come meglio poteva, è sempre il momento giusto per lasciare il segno. 9 quelli in maglia azzurra in 1063’ di gioco, una media che lo piazza in cima alla lista dei marcatori del Napoli, superando anche quella incredibile di Duvan Zapata. Bomber innato, il bergamasco, pronto ad ultimare il decollo e anticipare una promessa per la stagione che verrà: record su record e una maglia da onorare ogni qualvolta toccherà a lui scendere in campo.

Francesca Di Vito
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