“Lupo o agnello”, quando al Napoli manca la capacità di gestione

La discontinuità è il problema più grande di questo Napoli. Una squadra che sa far divertire e dare soddisfazioni, ma fragile se deve mantenere i ritmi bassi. Una squadra che annienta la Sampdoria e dopo quattro giorni è in preda ad un raptus suicida.

Il team di Benitez gioca bene quando va a mille all’ora. Quando domina, distrugge, surclassa il proprio avversario. Con un limite rischioso: l’incapacità di gestione. Palermo, Torino, Verona ed Empoli, tutte partite con un denominatore comune: la schiacciante pressione degli avversari. Un Napoli attendista con una squadra corta e coperta, pronta a ripartire in contropiede con concretezza e cinismo. È così che le aveva preparate il tecnico spagnolo, ma le cose, come ben sappiamo, sono andate diversamente.

Non a caso gli azzurri soffrono in trasferta con le piccole. E, Cagliari escluso, 5 sconfitte su 6. L’unico match giocato a buoni livelli e poi perso, è infatti quello con la Roma. Una partita molto particolare, per risultato e sfortuna.

CRUCCIO DIFESA – Se l’attacco, terzo con 59 reti, – solo 4 in meno a Juve e Lazio – fa divertire (e non poco), le 43 reti subite in 33 partite, suscitano preoccupazioni. Dodicesima retroguardia del campionato e ultima tra le prime dieci della classifica di Serie A. Escluse Palermo e Verona, hanno fatto peggio del Napoli solo le ultime sei. Ed è questa mancanza di equilibrio a rendere i partenopei una squadra anomala. ‘O lupo o agnello’, nel bene o nel male.

@AndreaGagliotti

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