Lacrime napulitane, dalla sofferenza del Franchi alla gioia San Paolo: la rinascita di Insigne

Aspettava questo momento da tanto, troppo tempo, Lorenzo Insigne. Al secondo minuto della ripresa recupera palla nella sua metà campo, prosegue dritto verso la porta di Viviano, potrebbe passarla ma nessuno dei suoi compagni è in posizione ideale e allora calcia in porta con tutta la rabbia del mondo, quasi come se in quel pallone ci fosse tutta la sfortuna di questi mesi e gonfia la rete.

CUORE AZZURRO – La sua corsa sotto la curva B e le sue lacrime sono il segno evidente, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dell’attaccamento dello scugnizzo alla maglia azzurra. Il grave infortunio, rimediato a Firenze, sembrava averlo messo fuori per l’intera stagione ma Lorenzo ha lottato e lavorato duro per bruciare le tappe ed aiutare il Napoli in questo finale di stagione e cinque mesi dopo è tornato al gol con una vera perla che, a margine del risultato finale, ha avuto anche un elevato valore specifico.

L’ONORE DELLA FASCIA – Questa sera Insigne, vista l’assenza dal primo minuto di Hamsik e la squalifica di Maggio, ha indossato la fascia da capitano. Un vero e proprio riconoscimento al lavoro e alle motivazioni profuse dal talento partenopeo in questi mesi e al suo rientro in campo, dove ha sempre fatto la differenza anche con assist deliziosi. Siamo sicuri che la fascia abbia caricato ancor di più Lorenzo, al quale Benitez non è riuscito nemmeno a dargli la soddisfazione della standing ovation a “causa” della sua fantastica prestazione sulla fascia mancina, aiutando Ghoulam in fase difensiva e riproponendosi sempre con pericolosità.

Insigne ora non vuole fermarsi e si candida per una maglia da titolare in campionato ed Europa League, complice anche una condizione fisica sorprendentemente brillante dopo cinque mesi di stop, sarà davvero dura per Benitez tenerlo in panchina d’ora in poi. Lorenzo ha voglia di campo, ha voglia di gol e ha voglia di tornare ad urlare tutta la sua felicità al popolo azzurro, ancora una volta, per dimostrare che un gol di un napoletano al San Paolo vale molto, molto di più.

Renato Natella

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