CAFFÈ AZZURRO – Tavecchio, ma tra poco ci sarà concesso parlare allo stadio?

E’ di ieri l’affermazione di Tavecchio in cui il presidente federale affermava che sarebbe una cosa giusta quella di vietare gli striscioni negli stadi. Una frase passata forse inosservata o che non porterà a nessuna decisione, ma una estremamente pericolosa per quello che è il futuro del calcio italiano.

Anche se questa uscita segue lo scandaloso episodio dell’Olimpico nel sabato di Pasqua, le parole di Tavecchio sono  abbastanza spropositate e non sottolineano bene quale sia il vero problema del nostro tifo e del nostro pallone. Vietare l’esposizione degli striscioni – in curva, come negli altri settori – sarebbe come togliere colore allo stadio, trasformando l’atmosfera di uno sport focoso come il calcio in quella di uno sport di visione come il tennis.

Piuttosto verrebbe da pensare una cosa. Invece di vietare completamente gli striscioni a tutti, perché non iniziare a punire quelli volgari ed offensivi? Il caso della mamma di Esposito è un brutto precedente che potrà lasciare molti strascichi in avanti.  Come già detto, in altre occasioni, si è fatto passare il messaggio che il dolore di una famiglia a cui è stato scippato un figlio vale soltanto una giornata di squalifica per la Curva.

Tutto molto sbagliato, anche il fatto di punire tutto il settore, ivi compreso che non c’entrava nulla. Con biglietti nominativi, telecamere messe in ogni dove, trovare i veri colpevoli di quella scritta infame, dovrebbe essere elementare e dargli una severa pena – magari anche economica – potrebbe rendere giustizia. Con questo sistema così approssimativo che si usa ora, si continuano solo a fare i danni e tra poco arriveremo a teorizzare anche il silenzio per chi va allo stadio per seguire la propria squadra del cuore.

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