Dal sole del “San Paolo” all’abbraccio di Mertens, tutte le emozioni del vero Napoli che piace ai tifosi

“Spalla a spalla” si ripete spesso. “Tutti insieme” il diktat di Benitez, staff e giocatori, pronti a superare uniti ogni difficoltà. Ma quanto si è davvero disposti a fare quadrato quando le cose vanno male, sposando il credo ed il progetto del club che si è scelto di seguire, proseguendo il cammino con ottimismo, fiducia e professionalità? E’ forse proprio questa la chiave del vero successo, quello che il Napoli ha conquistato contro la Fiorentina, facendo scattare nelle menti di tutti una particolare consapevolezza:  solo remando nella stessa direzione ci si può ritrovare perché il fine giustifica i mezzi. Anche nel calcio.

SETTIMANA NERA. La scorsa è stata una settimana davvero nera per Higuain e soci. Tutto è iniziato dalla sconfitta di Roma contro i giallorossi, dall’ennesima prestazione palpabile ma che ha regalato tre punti, quelli forse più pesanti delle ultime gare, a degli avversari che, tra le mura amiche, non vincevano da cinque mesi. Un passo falso forse letale, ancor più considerando che tutte le inseguitrici volano e che ormai, il sorpasso è stato compiuto scivolando sempre più in classifica. Ma era solo l’inizio: mercoledì era la notte del riscatto, la notte della conquista della finale di Coppa Italia, del tassello da apporre alla gara di andata contro la Lazio, ferma sull’1-1. Return match in casa e pubblico delle grandi occasioni. Il Palcoscenico era dei migliori ma lo spettacolo poco degno: ancora una volta prestazione sufficiente ma ennesima sconfitta di misura, che equivale ad eliminazione. Un boccone troppo duro da digerire: out la Coppa, la Supercoppa e la possibilità sicura di accedere in Europa League conquistando almeno il sesto posto. Insomma, un trittico mortifero per una squadra che ha perso ogni consapevolezza.

IN MEDIO STAT RITIRO. Tra la débâcle contro la Lazio e la rinascita contro la Fiorentina c’è la sfuriata di De Laurentiis: squadra distratta, priva di orgoglio, che delude i suoi tifosi. Tutti in ritiro, se necessario fino alla fine del campionato. E così sia. Castel Volturno diventa un bunker, il silenzio stampa l’ultimo appiglio per chi non sa a cosa appellarsi per ritrovare la serenità ma soprattutto la vittoria, in attesa dei 90′ verità di ieri. A Fuorigrotta splendeva il sole: 30 gradi di bellezza, uno spettacolo incredibile. Le curve ieri erano semivuote ma neanche troppo. Il colpo d’occhio c’era comunque, così come la beltà dei tifosi giunti da tutta Europa per vedere gli azzurri, in particolare dal Belgio per Mertens. Chi soffre per la maglia partenopea c’era, anche ieri, perché in fondo, neanche un sesto posto ed una stagione poco definita anche se al termine può essere peggio di anni di retrocessioni e fallimenti. Solo il dodicesimo uomo in campo può fare la differenza e parte del pubblico di Napoli lo sa.

TRA HUDDLE ED ABBRACCI. Qualcosa nell’aria era differente. Tra tensione e speranza, tutti aspettavano il fischio d’inizio di Damato. Si parte con la solita huddle azzurra al centro del campo: discorso grintoso e via, senza pietà gli avversari. La differenza è palpabile: c’è voglia, organizzazione, tutto gira al meglio. Mertens è una spina nel fianco sull’out mancino, Gabbiadini sfiora raffiche di gol, Higuain è il solito toro scatenato e sfortunato. Sugli spalti si canta, si applaude, si prega. Perché la resurrezione del Napoli è un piccolo miracolo in questa settimana ed avviene proprio in avvio, quando il piccolo folletto belga supera Neto con un’azione strepitosa. La vera magia però, non è tanto la marcatura ma quello che succede dopo: una splendida corsa verso la panchina ed un abbraccio vero, sentito tra tutta la squadra, prime e seconde linee, a conferma che uniti si può superare ogni ostacolo e tornare a vincere e convincere.

UNITI SI PUO’. E sarà solo l’inizio: perché nulla può fermare il vero Napoli, neanche le viste arbitrali, neanche i viola che provano a reagire. Ci penserà Hamsik nella ripresa a raddoppiare, autore di un altro spettacolo nello spettacolo: esultanza rabbiosa e d’amore per il capitano, che va sotto la tribuna a prendersi gli applausi esorcizzanti delle tante panchine che costantemente conta e sopporta, un lontano ricordo rispetto alla scoppiettante gioia di quel lungo e splendido istante. Il trittico perfetto spetta a Callejon, finalmente in gol dopo poco più di tre mesi di digiuno. Anche per lui esultanza di gruppo e ricca di carica: uno “sciò sciò ciucciuè” a buttare via ogni negatività e l’abbraccio con Insigne, neo entrato e ritrovato Masaniello nel suo “San Paolo”.

Una giornata da incorniciare, un Napoli da ricordare. Soprattutto per le sue pedine, che adesso hanno chiarissima la strada da perseguire. E’ questa la squadra che piace ai suoi tifosi, i quali fine gara hanno cantato: “Vi vogliamo così” e “Noi vogliamo undici leoni”. Una settimana da tenere come esempio e che sia solo l’inizio di una decisa sterzata: spalla a spalla questa squadra può fare ancora tanto ma adesso deve dimostrare di essere davvero cambiata. E’ già tardi per i veri ed attesi proclami ma forse neanche troppo…

Alessia Bartiromo
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