Dal Franchi al San Paolo, passando per l’Olimpico. Dries Mertens nel segno della Viola

Il Napoli ritrova la vittoria e il sorriso. Napoli che ritrova concretezza e cattiveria agonistica, quelle sconosciute che nell’ultimo mese hanno condannato gli azzurri a prestazioni nettamente sotto la media. Napoli che ritrova i suoi bomber di razza, seppur sfavorito dall’immensa svista di Di Bello che non regala la gioia del gol a Gonzalo Higuain. Ma, ancor prima, Napoli che ritrova il guizzo di quello che da tempo è il calciatore con la forma migliore dell’intera rosa: Dries Mertens. Il belga, che per un lungo periodo ha visto soffiarsi il posto da titolare da De Guzman, è tornato a brillare con l’avvento del nuovo anno, con le falcate fulminanti sul versante mancino. La classe, quella che ha messo in luce fin dal primo ritiro a Dimaro tra i commenti sorpresi di chi ancora non lo conosceva, non gli è mai mancata, ma il gol ha faticato ad arrivare in questa sua seconda stagione in maglia azzurra, specie in campionato.

OLTRE LE PAROLE – Tre le reti messe a segno dal talentino belga, reduce dall’ennesima dichiarazione d’amore per quella Napoli bella, ma che cambia umore troppo facilmente. L’estro di Dries ha compensato, seppur in parte, l’assenza di Lorenzo Insigne, quello stesso che corre ad abbracciarlo dopo la meraviglia dal limite contro la Fiorentina. Il solito tiro a giro, mai banale, quasi sempre imparabile, seguito da quel gesto d’affetto che va oltre la rivalità in campo e che lega i due esterni di Rafa. Riparte dal San Paolo Mertens, insieme a quel Napoli che ha provato a trascinare sulle sue piccole, ma forti, spalle nelle ultime giornate di campionato, pur senza riuscirci. Rapido e creativo, ma poco lucido e fortunato, fino al gol che restituisce agli azzurri una speranza utile per la risalita.

NEL SEGNO DEL DESTINO – Dalla Fiorentina alla Fiorentina, quella Viola che ispira particolarmente il belga. Proprio contro gli uomini di Montella, l’esterno azzurro battezzò la sua esperienza napoletana lo scorso campionato, chiudendola poi nel Maggio successivo nella finale dell’Olimpico che regalò agli azzurri la Coppa Italia. Non poteva mancare il suo apporto nella gara che mette fine al girone infernale dell’ultimo mese azzurro. Uno spiraglio di luce per mettere a tacere i teatrini della settimana di fuoco, che ha portato al ritiro e ha alimentato le polemiche della piazza partenopea. Urgeva risollevarsi e, almeno stavolta, il Napoli c’è riuscito, proprio con i suoi uomini migliori. Nella speranza che quella del San Paolo non resti solo una scintilla.

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