Focus SN – Attacco, che ti succede? Da reparto più forte a quello più criticato, l’involuzione passa per i suoi protagonisti

Non è difficile capire che se non si segna, le partite non si vincono. Le ultime due gare contro le due squadre della capitale hanno confermato questo pericoloso trend: creare azioni non basta se poi il pallone non finisce in fondo al sacco. È una situazione preoccupante, perché il Napoli sta perdendo terreno dai primi posti in classifica e considerando che era proprio il reparto offensivo trascinare i partenopei in alto, problemi e dubbi attanagliano i partenopei. Il dato è lapalissiano: nelle ultime 5 partite il Napoli ha trovato solo un gol, quello di Zapata contro l’Atalanta. Ma entriamo nel dettaglio.

HAMSIK. Il capitano azzurro ieri ha cercato di dare la giusta scossa alla squadra sin da subito ma manca ancora quella continuità che l’ha reso celebre. Ottime cose, ma anche troppi errori che hanno fatto spazientire parte della tifoseria. È da un mese che non trova la via del gol. E per un giocatore che ha abituato, nonostante il ruolo di centrocampista, ad arrivare in doppia cifra, fa dispiacere vederlo così carente in fase realizzativa.

MERTENS. Si potrebbe fare più o meno lo stesso discorso di Hamsik. Anche il folletto belga non sta attraversando un momento di continuità. Ieri è stato praticamente annullato da Basta e non è mai stato in grado di mettere in difficoltà Berisha. Il ritorno di Insigne può essere uno sprone per fare meglio o un segnale definitivo di involuzione.

CALLEJON. Per il numero 7 azzurro è da ricordare una data: il 12 novembre 2014. Callejon lì ha parlato felicissimo di una meritata convocazione nella Nazionale spagnola. Da quel momento in poi un gol, contro il Cesena ed un solo assist contro il Parma. Effettivamente un po’ pochino per un giocatore per cui il Napoli ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di euro dall’Atletico Madrid e capace di fare la differenza contro ogni avversaria. Certo, con il senno di poi è facile parlare, ma forse non è proprio un caso che Calletì abbia avuto un calo così imponente dopo la Nazionale e con l’assenza di Insigne, che lo supportava tatticamente in maniera preponderante.

DE GUZMAN. Inutile girare intorno al problema: il numero 6 olandese non è mai entrato veramente nei cuori dei partenopei. Corsa, sostanza e qualità in mezzo al campo ma quella imprecisione costante sotto porta sembra aver praticamente annullato tutto ciò che di buono ha fatto in questa sua prima stagione all’ombra del Vesuvio. Ultima, ma non per importanza, l’occasione di ieri sera nella quale ha sbagliato un controllo tutt’altro che difficile a tu per tu con Berisha.

GABBIADINI. L’acquisto del mercato invernale azzurro sta dando i suoi frutti. Nel suo caso c’è anche un pizzico di sfortuna, visti i legni che ha colpito a Verona e ieri sera al “San Paolo”. Per il resto, è troppo solo per poter pensare di sfidare un’intera difesa avversaria.

HIGUAIN. È finito nell’occhio del ciclone. Stamattina è stato considerato l’artefice del momento difficile del Napoli. L’uomo che doveva traghettare gli azzurri verso i piani alti della classifica sta deludendo le attese. Verona, Atalanta, Roma e Lazio erano le partite dove davvero il Pipita doveva fare la differenza ed invece non è riuscito a trovare la via del gol.

Ci sono sicuramente inoltre fattori interni che nessuno, a parte gli stessi giocatori, possono sapere. Inutile negare inoltre, che solo vincere aiuta a vincere. E tutti insieme, spalla a spalla, il Napoli dovrà tornare già a farlo domenica pomeriggio ancora in casa e contro la Fiorentina.

Francesco Vassura

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