Risultati contro prestazioni, i difetti di un Napoli che spesso gioca “bene” ma non riesce più a vincere

Fa sempre rabbia perdere, senza alibi o giustificazioni. Fa ancora più rabbia cedere il passo agli avversari in una gara delicata, blasonata, sportivamente decisiva per il prosieguo del campionato, accolti da beceri cori e dalle ormai solite offese discriminanti. All’Olimpico di Roma doveva essere l’ennesima prova del nove per un Napoli che difficilmente nell’era Benitez ha sbagliato gli scontri diretti con le big d’Italia e d’Europa, dimostrandosi sempre all’altezza di ogni avversaria. Anche ieri non ha demeritato nonostante il passivo di misura a proprio sfavore ed è proprio da qui che parte un doveroso ragionamento.

LA PRESTAZIONE. “Chi gioca bene non puo’ mai perdere” ripete spesso in telecronaca il noto giornalista Carlo Alvino ma, nel calcio italiano, questo assunto non è sempre valido. Le cosiddette “piccole” in particolar modo, sono ormai note per un gioco difensivista ma efficace, non dando merito allo spettacolo ma molto spesso mettendo in difficoltà proprio le big non lasciando spazi. E’ questo il segreto: un po’ di sano cinismo, una grande cattiveria agonistica e tanta furbizia per colmare un gap tecnico evidente. Il Napoli di Benitez è un squadra che si approccia in campo a viso aperto, che crea gioco con tanti passaggi, schemi precisi, non lasciando nulla al caso. Quando un solo tassello del puzzle viene a mancare però, tutto crolla inesorabilmente, trovando difficoltà di ogni genere: realizzative, difensive, motivazionali. Ancor peggio, quando il reparto migliore non gira, ne risente tutta la squadra. Parliamo ovviamente dell’attacco, fiore all’occhiello del club di De Laurentiis, invidiato da tutta Italia ed Europa, folto, compatto, umile, versatile e sempre coeso nonostante i tanti campioni. Non è un caso se lo stesso ha siglato solo quattro reti nelle ultime cinque sfide di campionato. Quindi si, si gioca bene ma spesso non si riesce a gestire il risultato o colmare un passivo, anche quando si avrebbe tutto il tempo ed le carte in regola per farlo.

IL RISULTATO. Ecco che subentra il risultato: in campionato infatti, è molto più importante disputare una gara sottotono ma organizzata per conquistare l’intera posta in palio piuttosto che giocare benissimo ma perdere…o pareggiare. Anche a Roma, il Napoli non ha certo giocato una partita perfetta ma ha creato gioco non finalizzandolo, manchevole di carattere in molte pedine e pagando la solita distrazione fatale in difesa, dispondendosi poi tatticamente in maniera disordinata e troppo fumosa. La gara si poteva pareggiare ma ancora una volta non è stato fatto. Qual è quindi il problema del Napoli delle ultime uscite, disastroso in trasferta ed altalenante in casa? E’ stato chiesto in conferenza stampa proprio al tecnico Benitez. “Le troppe occasioni perse per l’aggancio alla zona Champions? Il problema è la maturità, facciamo ottime prestazioni e poi ci perdiamo in poco, senza riuscire a gestire il risultato o siglare almeno un gol per recuperare lo svantaggio. Sappiamo giocare bene ma manchiamo in qualche momento topico, ecco cosa ci manca. Fa rabbia vederci a nove punti dalla Roma, è indubbio”. Questione di maturità quindi, la stessa però che dopo due anni quale dovrebbe essere acquisita e che, soprattutto, dovrebbe essere inculcata anche dal proprio allenatore, nonostante si parli in molti casi di campioni conclarati ed espertissimi anche a livello internazionale.

La ricetta per superare la crisi è quindi solo una: lavoro, concentrazione, compattezza e motivazioni. Uniti per tornare alla vittoria, per riprendere un ritmo che a gennaio era incessante. Per correre non solo in Coppa Italia ed Europa League ma anche in campionato perchè la Champions è troppo importante. Così come giocare bene per vincere.

Alessia Bartiromo
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