Lorenzo e Manolo, talenti cristallini dal futuro a tinte azzurre

Giovani, italiani, talentuosi e complementari. Lorenzo Insigne e Manolo Gabbiadini, un sodalizio ad oggi procrastinato solo a causa dell’infortunio che ha tenuto fermo negli ultimi mesi il folletto di Frattamaggiore.

Lo scugnizzo partenopeo ed il giovanotto di Calcinate, nel bergamasco, un vero e proprio patrimonio a disposizione del tecnico Rafa Benitez e della platea azzurra. Guizzante, rapidissimo nello stretto, nel sangue il cambio di direzione e il tentativo ad effetto per i compagni Lorenzo. Attaccante puro in grado di svariare su tutto il fronte offensivo, mancino velenoso e senso del goal Manolo.

In comune l’anno di nascita – 1991 –  e quell’aura da predestinati, da promesse del calcio italiano pronte a spiccare il definitivo salto di qualità con il proprio club e con la Nazionale. Parole al miele quelle del tecnico azzurro, che a più riprese si è espresso sul valore dei suoi talenti offensivi: da “Ci tengo a dire che per me Lorenzo e Gabbiadini sono il futuro del calcio italiano. È fantastico che siano entrambi nel Napoli”, a “Insigne? Chi dice che potrebbe giocare dietro la punta non conosce le sue caratteristiche. Lui ha qualità, rapidità e un ottimo dribbling, è veloce ma anche resistente. Per le reti basta aspettare, in fondo è giovane. Gabbiadini è un calciatore che ti segue, ha voglia di imparare e di migliorare. Questa è un ottima cosa, anche perché è italiano e giovane. Ha un futuro importante davanti a sé” il passo è breve. Certificazione d.o.c, attestato di stima da parte di un allenatore che i campioni li scruta a primo acchito, forte di un’esperienza immensa e di anni a stretto contatto con fuoriclasse di assoluto valore.

Insigne prima della sfortunata sfida del Franchi aveva raggiunto l’apogeo della sua esperienza partenopea, imprescindibile, uomo in più nei disegni di Benitez. In grado di alternare una fase difensiva costante, essenziale nell’economia del gioco azzurro ad un’imprevidibilità devastante negli ultimi venti metri, continua fonte di assist e giocate invitanti per i compagni di reparto. Un feeling con Higuain Callejon (che dal suo infortunio si è praticamente fermato) ormai scolpito nella pietra.

Gabbiadini ha, dal canto suo, palesato un impatto in azzurro che solo in pochi avrebbero ipotizzato. Ambientamento immediato, così come l’affinità con i compagni, frutto di quell’umiltà, di quell’intelligenza più volte rimarcata dal tecnico. Corollario d’eccezione alle qualità dell’ex attaccante blucerchiato, già cinque centri in azzurro per lui, con margini di miglioramento ancora inesplorati.

Manolo e Lorenzo, il futuro è loro, ed è di un azzurro limpido in ogni sfumatura.

Edoardo Brancaccio

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