Alla ricerca del riscatto in trasferta: l’ultima vittoria risale a due mesi fa

È il 2 febbraio 2015, il Napoli batte a Verona il Chievo due a uno. Prima ancora la vittoria all’Olimpico con Lazio e il poker a Cesena (1-4, 6 gennaio). Solo due le sconfitte su undici partite in trasferta fino a quel momento: alla terza giornata con l’Udinese e alla quindicesima col Milan. Sei le vittorie e tre i pareggi. Un ottimo score che faceva presupporre il superamento del record dello scorso anno (10).

“Meglio il Napoli in trasferta che al San Paolo”, azzardarono in molti. Ed in effetti poco ci mancava. Punti buttati in casa (Chievo, Palermo, Cagliari, Empoli) e andamento simile (Sette vittorie, due sconfitte e tre pareggi, però con una partita più) in quello che doveva essere il fortino dei partenopei.

CAMBIO DI MARCIA – Poi l’inversione del trend. Dopo il successo al Bentegodi, gli uomini di Benitez diventano irriconoscibili fuori le mura di casa. A parte la parentesi di Europa League – poker a Trebisonda e pareggio a Mosca – che merita una considerazione a sé, in campionato è un’altra squadra. La barca affonda a Palermo, a Torino e a Verona, con l’Hellas. Oltre i risultati preoccupanti nelle tre trasferte consecutive, ciò che emerge è un atteggiamento completamente differente rispetto alle precedenti sfide. Un Napoli attendista, riversato tutto nella propria metà campo, ma soprattutto intimorito. Doveva essere la mossa vincente del tecnico spagnolo quella di aspettare l’avversario, stare stretti, compatti e poi ripartire in contropiede, annientandolo. Una tattica che però non ha funzionato. Gli azzurri sono partiti troppo molli, insicuri. Confusi dalla foga delle squadre di casa, che non hanno dato mai spazio alle iniziative offensive dei partenopei. Il risultato? Tre pesanti batoste contro formazioni decisamente alla portata e critiche a non finire.

RISCATTO – Ora il Napoli ha la possibilità di rifarsi in una sfida con una posta in gioco altissima. La vittoria all’Olimpico  significherebbe recuperare tre punti sui giallorossi (a +6)  e dare un segnale al campionato e alla corsa alla Champions. Per farlo, l’atteggiamento dovrà essere del tutto diverso, mostrando aggressività e fame contro una Roma stanca e scoraggiata. Quella fame che è mancata in tutto il mese di marzo.

@AndreaGagliotti 

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