Rafa ed il suo umore nero: preludio di un addio al calcio italiano?

Irritato, nervoso, irascibile, intollerante. Tutti aggettivi che potrebbe essere associati ieri all’umore di Rafa Benitez. Il tecnico azzurro è apparso ancora una volta tarantolato nella sfida contro l’Hellas a Verona.

Furioso contro tutto e tutti, prima contro i suoi uomini, complici di averlo tradito già più volte nel corso della stagione in corso. Uomini dei quali stenta ormai a fidarsi, pur tentando a più riprese di svegliarli dal torpore.

Sin prisa però sin pausa, il diktat del condottiero azzurro ripetuto a menadito come una cantilena. Come un bambino al suo primo Natale da protagonista, ogni giocatore dovrebbe alzarsi sulla sedia e ripetere la poesia per i genitori in trepidante attesa. Come bambini distratti gli uomini dello scafato tecnico madrileno non riescono a ripetere lo stesso spartito in più di due occasioni consecutive.

Il condottiero sembra a tratti sull’orlo di una crisi di nervi, lontano parente dell’uomo pacato arrivato da Londra dopo aver alzato l’Europa League. Sorrisi e frasi gentili per tutti, giornalisti compresi; coloro i quali spesso fanno la parte dei cattivi nello stuzzicare con domande più o meno ficcanti un comandante già provato dagli errori dei suoi miliziani.

Rafa Benitez si è incupito con il passare dei giorni, innervosito dai suoi uomini ma spesso rosso di passione dopo alcune scelte arbitrali e commenti televisivi. La sfida con la Juventus, questo lo spartiacque tra il primo ed il secondo Benitez.

Avanti Juve (a.J.) e dopo Juve (d.J.), volendo dare una connotazione storica alla stagione azzurra. Quello il primo segnale di insofferenza del pacato Rafa; l’insofferenza per scelte discutibili concentrate nel “ci può stare” da ripetere in continuazione. Mai il mister azzurro si era lasciato andare a commenti televisivi sulle scelte arbitrali, mai prima della Vecchia Signora di scena al San Paolo.

Da quel giorno un Rafa di un umore nero ascendente. Torino dopo la Juve, quasi a chiudere il cerchio dell’infelicità. La sconfitta sancita dal gol di Glik come altro giro di boa nelle insofferenze del mister. Inutile ricordare la polemica televisiva con politici, nonchè ex giocatori che hanno portato poi al silenzio stampa ai danni di un’emittente televisiva, la più importante. Arbitri, televisioni e mentalità. Sembra quasi che al mister stia stretta questa vetrina e questo campionato. Qui dove alle volte si gioca più a distruggere che a creare, dove ci sono squadre che mirano al non gioco, dove ci sono attaccanti che cadono ad ogni minimo tocco, morti apparenti e perdite di tempo garantite dagli arbitraggi permissivi.

Balena quindi una semplice considerazione da fare: ma Rafa vorrà ancora accettare tutto ciò? Si fa tanto parlare del suo contratto: ma non saranno forse queste le motivazioni per abbandonare un teatro per comparse?

Antonio Picarelli

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