ESCLUSIVA – Napoli-Dinamo ricordando la gara con lo Spartak del ’90. Incocciati a SN: “Chiuderla al San Paolo, a Mosca due insidie molto pericolose”

L’urna dell’Europa League è stata più o meno favorevole al Napoli: negli ottavi della manifestazione europea, gli azzurri affronteranno la Dinamo Mosca. Un avversario di certo non superiore alla squadra di Benitez, che però dovrà fare molta attenzione: l’andata in casa e il ritorno in Russia mettono il Napoli nella condizione di fare subito un buon risultato al San Paolo, per poi andarsi a giocare tutto a Mosca. Un doppio confronto che porta alla mente quello del 1990: all’epoca si trattava di Coppa dei Campioni, e l’avversario era lo Spartak, altra squadra della Capitale sovietica. Uno dei protagonisti di quella sfida fu Giuseppe Incocciati, che in esclusiva per Spazionapoli.it la ricorda così: “Ancora provo un senso di amarezza per quei due incontri. Erano gli ottavi di finale della Coppa Campioni, nel turno precedente avevamo superato l’Ujpest Dozsa. Anche allora il sorteggio ci disse male: giocammo l’andata in casa, e fu una partita sfortunatissima. Finì o-0, ma creammo tantissime occasioni e avremmo meritato di vincerla: sapevamo che al ritorno, in Russia, sarebbe stato complicato”.

E infatti anche a Mosca finì 0-0, poi alla lotteria dei rigori l’errore decisivo di Marco Baroni che qualificò lo Spartak.

“Esatto. Tra l’altro io ero l’ultimo rigorista, ma non ebbi modo di calciare il mio penalty. I russi li segnarono tutti e non ce ne fu bisogno. Un vero peccato”.

Anche perchè, pure in quella partita, il Napoli avrebbe meritato di più. Compreso un palo colpito da lei nella ripresa. 

“Ricordo tutto come fosse ieri. Purtroppo non riuscimmo a concretizzare le tante palle gol che creammo. Nel secondo tempo nemmeno l’ingresso di Maradona riuscì a cambiare le cose: avessimo segnato un gol, saremmo passati noi e chissà cosa sarebbe successo poi. Resto convinto che quella squadra, nell’ambito di quella Coppa Campioni, era tra le più forti, se non la più forte. Se fossimo passati, avremmo incontrato il Real Madrid, che però non era più la grande squadra di qualche anno prima: sulle ali dell’entusiasmo avremmo potuto eliminarlo”.

Tra l’altro quella partita con lo Spartak fu preceduta da una serie di polemiche, culminate con la mancata partenza di Maradona insieme alla squadra, e all’arrivo di Diego a Mosca solo il giorno della partita. Quali erano le sensazioni?

“C’era qualche turbolenza, per così dire, inutile negarlo. Ma quella squadra aveva una capacità unica di estraniarsi dalle chiacchiere che quotidianamente venivano dall’esterno. Fummo contenti che Diego ci raggiunse, sapevamo molto bene che con lui avevamo una possibilità in più”.

Un consiglio al Napoli allora?

“Beh, il sorteggio ha voluto l’andata in casa e il ritorno lì, proprio come 25 anni fa. Nei limiti del possibile, bisogna provare a chiudere i giochi al San Paolo; e se proprio non a chiuderli, almeno a portarsi avanti con il lavoro in vista della trasferta a Mosca. Per almeno due motivi”.

Dica pure.

“Il primo è scontato: il clima. Noi giocammo in Russia agli inizi di novembre, entrammo in campo con 10° sotto lo zero. Nella ripresa iniziò una tormenta di neve che era impressionante: il freddo entrava nelle ossa, non rimanevamo un attimo fermi in campo per non raffreddare i muscoli. Non so se il 19 marzo le condizioni saranno le stesse, ma non ho dubbi sul fatto che il freddo possa essere un fattore, se non determinante, quanto meno da non sottovalutare. E poi il calore del pubblico: noi giocammo al Luzhniki, davanti a 100 mila persone. Lo stadio della Dinamo avrà di certo una capienza inferiore, ma i tifosi russi si fanno sentire e le condizioni ambientali non sono delle migliori”. 

Servirà quindi un Napoli concentrato per tutti i 180′.

“Assolutamente sì. Che è poi un po’ la pecca di questa squadra: al Napoli manca quella continuità necessaria per essere davvero una grande. Continuità di risultati, ma non solo. Anche all’interno della stessa partita il Napoli è capace di grandi exploit e di incidenti assurdi. E per il futuro, non solo in Europa League, questo è un difetto da correggere assolutamente”

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

 

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