La storia di Pino, da mascotte azzurra a simbolo dimenticato: “Aspetto ancora una telefonata da De Laurentiis, ecco cosa è successo”

Il Napoli, una squadra che appassiona ed unisce. Dai grandi ai più piccoli, l’amore per la squadra azzurra non conosce confini. Parte proprio da qui la storia di Pino la Mascotte, simbolo ormai da tempo del Napoli ma che ultimamente, ha riscontrato numerose difficoltà nel poter tornare allo stadio. Pino, è un costume creato da un tifoso residente ad Ischia che, ogni domenica per svariati anni, lo ha indossato come buon augurio per la squadra partenopea. Ogni volta che si recava allo stadio infatti, il Napoli conquistava roboanti vittorie. Da lì, l’idea della mascotte e del vestito, preparato, ideato e confezionato dallo stesso tifoso. Le difficoltà derivanti dalla trasferta dalla sua città, Ischia, e varie problematiche economiche riscontrate però, hanno fortemente amareggiato Pino, fino ad un incontro con la società non andato a buon fine. Ma è proprio lui a raccontarci in esclusiva questa storia, con un particolare appello finale al Napoli ed al presidente De Laurentiis.

Da dove nasce l’idea di Pino la Mascotte?
“L’idea di impersonificare un asinello a dimensione naturale mi è venuta dopo che i miei amici mi hanno fatto notare che ogni qual volta ero allo stadio il Napoli vinceva. Perché quindi non essere una mascotte, un portafortuna per gli azzurri? Ecco l’idea dell’asinello, chiamato da me Pino in onore del grandissimo ed indimenticato Pino Daniele, un altro dei simboli più belli della nostra Napoli. Ho quindi disegnato e fatto realizzare il costume, pagato ovviamente a mie spese, indossandolo al “San Paolo”. E’ stato un tripudio: i bambini se ne sono innamorati e ci davamo appuntamento per ogni gara casalinga del Napoli nei distinti inferiori per foto, manifestazioni ed un grande tifo, portando sempre bene al Napoli”.

Poi cosa è successo?
“Avevo tanti progetti in cantiere per questa mascotte e ne volevo parlare con il presidente De Laurentiis. Ne ho avuto modo a settembre quando è venuto ad Ischia, dandoci appuntamento un pomeriggio allo stadio. Abbiamo fatto delle foto, abbiamo parlato di tante iniziative legate anche ai fumetti del Napoli che hanno come simbolo proprio il classico ciucciariello napoletano e mi hanno proposto una collaborazione a titolo gratuito. Per me però, è un grande dispendio economico venire a Napoli per ogni partita poiché da Ischia tra traghetto, spostamenti e varie, sono molti i costi da sostenere. Ho chiesto almeno un biglietto omaggio garantendo la massima disponibilità per ogni iniziativa e la società sembrava d’accordo, promettendomi una telefonata di conferma. Che, da settembre non è mai arrivata”.

Ed ora? Pino la Mascotte andrà ancora allo stadio?
“La situazione economica al momento non mi permette di andare allo stadio e sono mancato anche ieri. Tanti bambini mi aspettavano per le foto di rito ma purtroppo non posso fare altrimenti. Vorrei ricevere almeno la telefonata della società, per capire se ci sono gli spiragli per fare ancora qualcosa insieme. Non ho intenzione di farmi pubblicità e non voglio neanche svelare la mia vera identità: il mio scopo è soltanto regalare allegria e buonumore allo stadio, portare fortuna al Napoli e trasmettere un bel messaggio a chi ci guarda, proprio in questo momento storico dove Napoli è additata sempre nel peggiore dei modi. Mi faccio spesso anche portavoce di belle iniziative allo stadio tra cori, striscioni, palloncini e tanto sostegno. Napoli è anche altro: è aggregazione, sportività, passione”.

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