Al Manuzzi un Napoli compatto e dalla grande intensità. La condizione fisica la chiave

Le ali dell’entusiasmo, ma non solo quelle. Non basta la semplice euforia per domare senza alcuna difficoltà una squadra che ha comunque lottato, ha provato fin dal primo minuto a sovvertire pronostici spietati, ed infine supportati dai fatti. Il divario tecnico tra Napoli e Cesena è ampio, abissale la forbice che separa le due squadre, ma tante – troppe volte – la carta, il lignaggio da squadra superiore, non è stato sufficiente agli uomini di Benitez per portare a casa la massima posta in palio.

Cambio di marcia – L’arma in più nella sfida di Doha, dove gli azzurri hanno lottato, ci hanno creduto fino al 120′ nonostante i fendenti spietati di Tevez e compagni. Una condizione fisica finalmente brillante, agli antipodi rispetto all’ennesimo buco nero, la sfida di San Siro contro il Milan di poco meno di un mese fa. Di quel gruppo che passeggiava in affanno non c’è più traccia, gli azzurri finalmente – con continuità – riescono a tenere il campo con un’intensità che è propria delle grandi squadre. Quegli 11 che ti aggrediscono senza lasciarti il fiato, pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo fino alla fine. Firma in calce di ogni squadra del tecnico spagnolo e che quest’anno si è manifestata troppo saltuariamente, solo a tratti ed in alcune grandi sfide, mentre con le piccole nerbo e velleità battagliere sono troppo spesse apparsi un pallido ricordo. Ora dopo il trionfo in Supercoppa il segno di una continuità importante, la prova del nove è domenica sera contro una Juventus che proprio ieri, contro l’Inter, ha manifestato affanno e stanchezza nel corso della seconda frazione di gara. Tenere saldo il piedo sull’acceleratore, il tempo delle soste ormai è giunto al termine.

Edoardo Brancaccio

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