L’editoriale di Ivan De Vita: “Sogni di una notte di mezza primavera…”

Avanti la prossima. Mentre quella calcistica è finita in soffitta, già da qualche settimana in via non ufficiale un’altra “stagione” ha aperto i battenti. Talmente torrida da spacciarsi per estiva e permettersi il lusso di sciogliere le virgolette. E’ solo una nuova sessione di mercato, ma la miriade di voci è lì ad inchiodare i timpani e lasciarti spaesato in un brusio tipico da stadio. Rumors, cifre, pretese, dichiarazioni, smentite: tutto gettato nel tornio in attesa della scultura di creta a fine agosto. E, come al solito, clamorose cantonate e affari imperscrutabili doneranno comicità alla forma. L’alta pressione degli addetti ai lavori, alleviata dal passaggio della perturbazione Mondiale, destabilizza i tifosi, alla costante ricerca di una certezza nel marasma delle opinioni. Con i famosi soldatini del sistema a fare il bello e il cattivo tempo. Attori e comparse di una commedia senza fine. Tre mesi nei quali a rimbalzare non è un pallone, ma intelligenza e pazienza di tutti gli appassionati.
Vorrei un’estate che si ribelli all’ingerenza sempre più marcata dei procuratori (o agenti Fifa, per estensione lessicale e professionale) in tutte le operazioni delle società di calcio. Queste figure mitologiche metà uomo e metà banconota (per carità non si vuole generalizzare, ma la percentuale è altissima), addetti a gestire gli interessi dei propri calciatori, stanno assumendo poteri sempre maggiori all’interno delle compravendite. Escamotage, infidi sotterfugi, l’induzione di un clima di tensione per piazzare spalle al muro il presidente di turno ed “estorcere” qualche euro in più.
L’inverno scorso abbiamo assistito alla campagna pro (?) – Cannavaro del suo entourage, continue invettive contro i vertici del Napoli e le scelte di Benitez. Probabilmente il futuro dell’ex Capitano era già ampiamente segnato, ma certi atteggiamenti hanno contribuito ad elevare un muro invalicabile di fronte al quale l’unica soluzione era voltarsi e cambiare aria. Con un fardello di critiche da trascinare, perchè in molti da Paolo auspicavano maggior vigore a difesa della maglia tanto amata.
Un nuovo capitolo si sta aprendo con un altro dei figli di Madre Partenope, Lorenzo Insigne. Il Magnifico lotta a Coverciano per conquistarsi il Brasile, nel frattempo c’è chi prova a sconvolgergli il futuro. Utilizzato con crescente continuità nell’ultimo quadrimestre, ha mostrato apprezzabili passi in avanti sia sul piano caratteriale che nella fase di copertura a lui sempre un po’ indigesta. E mentre il ragazzo non ha mai perso occasione per lodare il lavoro di Benitez e ringraziarlo dei suoi insegnamenti, sbuca il corvo in giacca e cravatta dalle sembianze manageriali che preavvisa il Napoli: “Discuteremo con la società sull’utilizzo tattico di Insigne. Credo che molti calciatori azzurri lo faranno“. L’astuzia nel costruire un castello di zizzania non può farsi sfuggire le evoluzioni del calcio 2.0, dove ormai anche Cristiano Ronaldo è costretto a sacrificarsi per i compagni. Sempre se ti ritieni adatto ad una grande squadra. Premesso ciò, andare addirittura a sindacare in casa altrui mi disgusta. Ma delinea un quadro piuttosto veritiero sulle manovre di questi collezionisti di figurine. Siamo all’abominevole.
Vorrei un’estate in cui se “ci si siede al tavolo” non lo si fa per sputare nel piatto del tuo vicino. Men che meno alzarsi ancora più affamati, come se hai mangiato in una trattoria da quattro soldi. Guardando in casa nostra, Valon Behrami e le sue frecciatine sanno sempre più di addio anticipato. Se quella sulla vicinanza alla Pinetina la si accetta come una battuta, volersi “sedere” con la società e “capire cosa vogliamo” non appare esattamente come un incontro di cortesia. E malgrado la serenità che traspare, non è un invito a cena ma un braccio di ferro e di interessi. Fin quando non accadrà a trarne giovamento saranno carta e penna, o più realisticamente monitor e tastiera.
Esatto, proprio loro. Vorrei un’estate senza giornalai travestiti da giornalisti. Quelli che lavorano senza passione e con il solo scopo di sbalordire, finanche servendosi del falso. Quelli che sparano sentenze per la gioia di un click, che approfittano di una parola in più da parte dei protagonisti per rimontarla ad hoc e violentarne il pensiero. Quelli che hanno deliberatamente associato l’eventuale non convocazione di Insigne con una sua futura cessione; o magari ritengono Mascherano già un calciatore del Napoli; o ancora sentenziano in quattro i colpi di De Laurentiis, non uno in più nè uno in meno. Quel “manico di fetenti” che insulta un’intera professione, barattando l’approfondimento di una diceria in rete con un comodo e misero copia e incolla. Nel deserto di news che attraverserà questo periodo salteranno fuori come mosquitos. E se pungono fanno male. State allerta.
Vorrei un’estate senza “esclusive” e “Ultimissime”. Senza fronzoli. Ma è un’utopia. Il sogno di una notte di mezza primavera. Si sa, è il gioco delle parti. La notizia non vende più. Vende l’attesa, l’illusione. E noi qui, inermi. Cavie e ingranaggi dell’industria del denaro. Il mercato s’ha da fare. Ma che voglia matta di andare in letargo per un po’…

Ivan De Vita

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