Serie A, cambio di format all’orizzonte

La stagione 2004/05 è stata la prima disputata con l’attuale format dei campionati di Serie A e B, ovvero con 20 e 22 squadre rispettivamente, a quasi 10 anni di distanza ci si rende conto di come non sia sostenibile sul piano sportivo questa organizzazione, visto il calendario troppo fitto di gare, il generale abbassamento del livello delle squadre e infine i risultati finali decisi spesso contro anticipo, lasciando troppe squadre senza alcun obiettivo nelle ultime giornate di campionato. Prima del 2004, la Serie A si disputava a 18 squadre (con 4 retrocessioni dirette), la Serie B era a 20 squadre (con 4 promozioni dirette in Serie A e 4 retrocessioni dirette in Serie C1), e la Serie C (articolata in C1 e C2) contava oltre 90 squadre.

Già dalla prossima stagione la Serie C, tornata in categoria unica,  scenderà a 60 squadre suddivise in 3 gironi (nord, centro, sud), anche la Lega Serie B vorrebbe ridurre il proprio organico scendendo a 20 squadre, per venire incontro alle esigenze economiche delle squadre della categoria e per ridurre la stagione che oggi è praticamente interminabile con 42 giornate di stagione regolare e poi da un minimo di 4 a un massimo di 10 ulteriori partite tra playoff e playout. Scendere a 38 giornate consentirebbe una migliore organizzazione della stagione e naturalmente un potenziale allargamento delle squadre coinvolte nella post-season.

La Serie A è la categoria più reticente al cambiamento, alle squadre maggiori che partecipano con una certa regolarità alle competizioni europee farebbe molto piacere ridurre il campionato a 18 squadre con 34 partite, perché consentirebbe di eliminare i turni infrasettimanali del campionato e poter gestire meglio il doppio impegno in campionato e coppa. Purtroppo l’allargamento di dieci anni fa ha consentito a squadre medio piccole che in passato facevano su e giù tra la A e la B di restare in maniera tutto sommato stabile nella massima categoria con gli enormi vantaggi economici conseguenti, c’è quindi un agguerrito gruppo di 7-8 squadre fermamente contrarie a qualsiasi ipotesi di riforma; in mezzo il gruppo dei club “medi” (Genoa, Sampdoria, Torino, Verona, Palermo) che restano per ora alla finestra. Ricordiamo che per approvare un cambio di format serve la maggioranza in assemblea, quindi 11 voti su 20.

I nodi della riforma ruotano intorno al meccanismo di promozioni/retrocessioni tra la Serie A e la B, la serie inferiore infatti sarebbe disponibile ad adottare il modello Bundesliga (sempre a 18 squadre), dove le ultime due della Serie A retrocederebbero direttamente (le prime due della B promosse direttamente) e ci sarebbe poi uno spareggio tra la terzultima della serie A e la terza (o vincente Playoff) della Serie B.
Invece la Lega Serie A vorrebbe una sola retrocessione diretta, con due spareggi tra penultima e seconda, terzultima e terza. Ci sarebbe poi da valutare la possibilità di inserire un playout anche in Serie A per coinvolgere magari le squadre dal 13° al 16° posto ed evitare partite “balneari” nelle ultime giornate.

Aspettiamo dunque l’evoluzione della vicenda, il Presidente della Lega Serie A si è dimostrato possibilista nelle ultime interviste, invece contattato su Twitter il Presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi ha dichiarato: “Riforma dei Campionati: se saremo responsabili, accordo in un paio di mesi e nuovi assetti in due/tre stagioni sportive“.

Andrea Iovene
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