Quando a creare l’ “effetto stadio” sono dei marmocchietti…

Il dibattito eterno – Abbiamo trascorso le ultime due settimane di calcio italiano a discutere sul “problema ultras” e sulla “questione degli stadi italiani”. Da una parte ci sono quei tifosi che credono di essere indispensabili ai fini dello spettacolo perchè portano colore e calore alla squadra in campo, dall’altra ci sono quelli che vogliono andare allo stadio in maniera semplice, con i figli per passare una giornata diversa dal solito. E’ una questione di prospettiva questo scontro tra mondo ultras e appassionato medio che rischia di correre ancora a lungo in un sistema calcio sempre più intrappolato nei suoi interrogativi.

La stessa voce, lo stesso colore – La polemica, però, in realtà non esiste e al curvaiolo che si sente l’Onnipotente sceso in terra si potrebbe ribattere in questo modo. Ieri al San Paolo non c’era silenzio, tutt’altro. Per chi non ha visto la partita, magari l’ha sentita per radio di ritorno da una gita primaverile, le sensazioni che arrivavano dagli spalti erano le stesse di una qualsiasi domenica. Lo stadio di Fuorigrotta era pieno di gioia, era pieno di canto, era pieno di urla nel momento del gol. L’unica differenza è che questa volta non c’erano i soliti volti incappucciati a fare baldoria, ma bensì un gruppo di marmocchietti usciti direttamente dalle scuole medie.

La risposta dei marmocchietti – L’iniziativa del Napoli ha avuto successo ed è stata significativa. Ieri, teoricamente si è messa una parola fine a tutte le polemiche di Roma sulla città e su “Genny la carogna”. Il vero tifo, effettivamente, può essere quello di un bambino. I ragazzini d’altronde hanno più voce nelle loro corde vocali e possono emozionarsi davvero per una partita di calcio, perchè il loro mondo finisce lì…Non hanno da pensare a problemi e circostanze varie…La loro passione non può mai diventare frustrazione o rabbia repressa. Vivere il pallone con gli occhi di un piccolo, significa star bene con sé stessi, significa entrare ed uscire con il sorriso sulle labbra, dopo aver fatto baldoria sana per novanta minuti.

E se… – In questi giorni in cui è facile sentir parlare di demagogia e populismo, non è demagogia nè populismo dire che il calcio è soltanto un gioco. E’ un dato di fatto. Come è un dato di fatto affermare che i giochi appartengono ai bambini. Noi grandi possiamo partecipare, possiamo farli divertire di più, ma il palcoscenico è loro…Ieri sera l’attrazione al San Paolo sono stati loro. Ed allora sento di fare a titolo personale una proposta: ma se i marmocchietti creano “effetto stadio” e portano colore e voce, perchè li non mettiamo nelle “curve”  e gli adulti incappucciati li facciamo stare per un poco di tempo sul divano? Forse una soluzione al “problema ultras” la possiamo trovare…

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