L’editoriale di Ivan De Vita: “La notte scacciafantasmi”

Zittite. Ancora una volta. Le vedove nere che aleggiavano sulla panchina di Benitez pronte a mitragliare dopo un eventuale passo falso al Massimino sono rimaste col colpo in canna. Rianimati dalla sventurata quattro giorni tra Europa e Fiorentina, i detrattori del tecnico azzurro sono usciti nuovamente allo scoperto pregustando un finale di stagione “fallimentare”. Purtroppo per loro il Napoli ha passeggiato sui resti del coriaceo Catania, seppur in una serata non brillantissima, consolidando in maniera forse definitiva la terza piazza. Con l’avvento dell’alba anche i fantasmi si dissuadono.

Nona vittoria in trasferta stagionale, +2 sull’anno scorso nonostante l’impervio cammino in Champions ed Europa League. Finalisti di Coppa Italia, non dimentichiamolo. Al primo anno, Don Rafè poteva fare meglio? Certamente sì, perchè spesso ci si è pestati i piedi da soli e quelle 32 reti al passivo sono un macigno. Ma, andando per ordine, l’errore è stato gonfiare le attese la scorsa estate. Magari competere per il titolo non era un’utopia. La Juventus, però, ha deciso di straziare il campionato (26 vittorie su 30 gare) e a quei ritmi è impossibile viaggiare per il Napoli attuale. Poi c’è la Roma, rinforzata da nuovi innesti e da un nuovo timone, senza l’assillo delle coppe. In tal caso è più agevole perseguire una continuità di risultati, l’autentico tallone d’Achille dei partenopei. A conti fatti, solo in Europa League si poteva aspirare a qualcosa di meglio. Ma nelle gare ad eliminazione diretta, episodi e fortuna sono fattori determinanti. Se poi ti viene a mancare quel pizzico di lucidità, è facile finire al tappeto.

Gli episodi, si sa, sono il sale del calcio. Un giudice supremo che non si avvede di meriti, blasone o differenze tecniche. Nel caso del Napoli di Benitez, però, solo le situazioni di gioco favorevoli (comprese le sviste arbitrali) sono sottolineate in rosso. In caso contrario, paradossalmente, non assumono la stessa valenza o sono relegate ai margini. Per la serie “non si giudica la partita dagli episodi, se sei più forte vinci“. Retorico, a dir poco. Allo stesso modo i “favori” della sorte (e di qualcun altro) di cui godono le dirette concorrenti degli azzurri sono clamorosamente insabbiati dagli addetti ai lavori. Perchè Rafa è perennemente messo alla gogna? Perchè è un vincente? Probabilmente sì. Non si accettano alibi o progetti a lunga scadenza. Deve trasformare in oro tutto ciò che tocca e farlo nell’immediato, non c’è tempo. Altrimenti viene scaraventato nella fossa degli uomini qualunque, quelli che “non capiscono il campionato italiano”. Pretenzioso non trovate? E aggiungerei meschino e autolesionista, se a gettare fango c’è anche il solito criticone partenopeo, certamente in primo piano sul futuro carro dei vincitori.

Un calcio ai fantasmi nella notte etnea. E alcuni erano anche in campo. Quante le critiche piovute sulle larghe spalle di Zapata, quanti i banali pregiudizi sull’arrivo in maglia azzurra di Henrique. Risposte di spessore da entrambi. Il gigantesco colombiano segna una doppietta e regala profondità alla manovra. Non può certo ambire al posto da vice-Higuain, almeno allo stato attuale, ma con tutti i suoi limiti si è sempre dannato l’anima ogni qualvolta è stato chiamato in causa. Timbrando il cartellino, in Italia e in Europa. Grossa scoperta, invece, il poliedrico brasiliano. Centrale difensivo, metodista basso e infine terzino destro, soprattutto nell’ultima settimana ha tagliato parecchie malelingue per qualità e sagacia tattica. Con un gol da cineteca che se l’avesse siglato Balotelli sarebbe diventato la copertina della nostra serie A. Incompresi.

C’è ancora un fantasma di cui liberarsi. A strisce bianconere, forse per questo così maledettamente sfuggente. Quest’anno sancirà ancora una volta la sua indiscussa superiorità. Ma domenica sera saranno 90′ di battaglia. Perchè Napoli-Juventus prescinde da calcoli e classifiche. E’ mostrarci, sempre e comunque, alla loro altezza. Cancellare anche solo per una notte la smorfia di superbia che colora quei volti. Vai e combatti. Senza paura.

Ivan De Vita

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