Profili azzurri: Mauro Milanese

milanese 1 Chi dice che un calciatore possente fisicamente è consequenzialmente carente sotto l’aspetto tecnico potrebbe ricredersi osservando la lunga militanza in squadre di un certo blasone per uno dei terzini sinistri più incompiuti che la storia possa ricordare, parliamo di Mauro Milanese, terzini fluidificante, ma anche esterno di centrocampo in una mediana a cinque, in verità poco incline alle caratteristiche di Mauro, più adatto a partire dalle retrovie piuttosto che impostare una manovra partendo dalle linee laterali di centrocampo, quando il gioco necessita anche di un senso della posizione che ad un difensore puro potrebbe mettere soggezione. Chiedevate di fluidificare e lui lo faceva egregiamente, gli davate compiti di copertura e lui, con estrema applicazione e concentrazione, diventava l’esterno a sinistra in grado di badare anche alle marcature “importanti” quando anche la prestanza fisica aveva la sua importanza per cercare di fermare il campione di turno.

A Napoli ci arriva durante la stagione 1996-97 in un società in fase di declino ma che in quella stagione ha il merito di partire a razzo, con Simoni in panchina, per vedersi poi mestamente ridimensionati e sfiorare una tragica retrocessione, nonostante la finale di coppa Italia, poi persa col Vicenza. La campagna di compravendita non fu male: partirono Pizzi, Pari, Agostini e Tarantino, arrivarono Caccia, Aglietti, Milanese, Turrini, Crasson e il fantasioso brasiliano Beto. Gli uomini di Simoni a Natale complici le ottime vittorie con Bologna, Sampdoria, Lazio e Verona, salirono imagesfino al 2° posto tra l’entusiasmo del tifo partenopeo per il gioco divertente prodotto dal Napoli. Milanese si conquistò subito la maglia da titolare, la stima di Simoni era ampiamente testata per averlo visto all’opera nella sua cara Cremonese, dove Mauro ha calcato i primi palcoscenici importanti, per poi approdare al Torino, dopo al Napoli, punto di partenza per spiccare il volo in altre società gloriose quali Inter, Parma, QPR, e Perugia, quest’ultima lo adottò come figlio della propria terra, e furono subito ricambiati dalle ottime prestazioni del difensore sinistro, corroborate da 92 presenze e due reti. Oltre che con gli umbri, la scintilla scattò anche con la tifoseria della Salernitana, dove approdò poi, diventando uno dei leader per la risalita in Serie B.

La sua militanza in azzurro per un solo anno fu più che dignitosa, 29 presenze ed 1 gol, e che gol, contro i rivali storici del Verona, nel Dicembre ’96, quando mise in rete un bolide da fuori area a poche manciate di secondi al termine della gara, inguaiando i gialloblù in piena lotta per non retrocedere. Una rete storica per i tifosi azzurri, che hanno così proiettato Milanese tra gli ex che hanno lasciato qualcosa di tangibile, un segno del proprio passaggio, un ricordo indelebile di una rete che ha trasformato la giornata del tifoso appassionato ed innamorato dei colori azzurri da tenebrosa a stupenda cornice da conservare nel libro delle grandi vittorie, quelle più belle, quelle arrivate sul filo del rasoio, per il rotto della cuffia, grazie ad una prodezza che è stata destinata per morire nella porta veronese, troppo importante guadagnare la vittoria, troppo fondamentale abbandonare il convoglio che trascina giù nel baratro della serie cadetta, Napoli ed il Napoli avevano bisogno di essere tirati fuori dal fango e dai guai, e Mauro quel giorno lo fece. Era l’8 Dicembre, giorno dell’immacolata, così come immacolata non lo fu la porta difesa dall’estremo difensore veneto, che dovette soccombere al missile terra aria che decreto una sconfitta mal digerita. Sorrisi napoletani e lacrime veronesi, grazie Mauro, il tuo unico gol e valso come ne fossero stati dieci.

Ecco il video di quel match da dove si può ammirare la grande conclusione di Milanese:

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