Daniele “Decibel” Bellini si racconta a Spazionapoli

Trentenne sulla carta d’identità, animo da bambino, occhi impregnati  di quell’ardore squisitamente partenopeo, voce che trascina ed infiamma  il pubblico del San Paolo, ma anche speaker radiofonico e giornalista, vincitore del premio giornalistico “Per Napoli” edizione 2010.

Per molti è semplicemente “la voce del Napoli”, per altri è un vero e proprio idolo, capace come pochi di coinvolgere ed incarnare le emozioni azzurre, marchiandole con quegli slang che chi frequenta e vive lo stadio partenopeo conosce bene ed ha imparato, ormai, a fare suoi.

E’ lui, Daniele Bellini detto “Decibel”, speaker ufficiale dello Stadio San Paolo, mattatore delle vittorie azzurre. Con la pioggia, con il sole, con una caviglia malconcia, com’è accaduto di recente, lui è sempre lì, a bordo campo, a narrare le gesta della Mazzarri’s band, nel bene e nel male.

Daniele li invoca e il pubblico risponde.

Daniele li coinvolge, “li interroga”, allorquando è il momento di annunciare le formazioni ufficiali e il pubblico di casa non lo lascia mai solo ad adempiere a quel compito.

Daniele li chiama in causa, quando c’è da annunciare il nome di un marcatore, in seguito a un gol.

Daniele li “costringe” a ripetere quel nome una, due, tre volte. I tifosi non si tirano mai indietro. Non per  fornire il giusto tributo all’eroe azzurro di turno, c’è sempre abbastanza  fiato in corpo per rispondere a Daniele.

Daniele, con il cortese garbo e la gentile cordialità che lo caratterizza e lo contraddistingue, dentro e fuori dal campo, accetta di rispondere ad alcune domande per  Spazionapoli.

Come “ci sei finito” a fare lo speaker del San Paolo?

“Sono nato nella città più bella del mondo, la nostra Napoli. Mi sono sempre occupato di comunicazione e organizzazione di eventi. Lavoro da molti anni nella radio ufficiale del Napoli (Radio Marte) e sono giornalista. La SSC Napoli ha stretto una forte partnership con Radio Marte e un paio di anni fa, per una serie di fortunate combinazioni, mi sono ritrovato ad essere lo speaker del San Paolo. Credevo di dover sostituire un collega solo per poche partite e invece ho portato fortuna e sono rimasto!”

Qual è il rapporto che hai con la squadra e come gestisci il tuo lavoro e le tue emozioni da tifoso?

“Sono amico di alcuni calciatori e in generale sono molto legato a tutta la squadra (non solo i giocatori ma anche lo staff tecnico, i massaggiatori, etc). Insomma tutta la grande famiglia del Napoli. Per la gestione del lavoro e delle emozioni è un discorso molto lungo.
Posso solo dire che dietro a tutto c’è molta preparazione e un incredibile gavetta mista a molto sangue freddo perché mentre tutto lo stadio esplode di gioia a me tocca mantenere la calma e annunciare il gol.”

Perché ti chiamano “decibel”?

Decibel mi è stato affibbiato come nomignolo nel 1995 dal mio amico Gianpiero Giangregorio. All’epoca ero solo un ragazzino e lavoravo in una piccola radio proprio con Gianpiero. Un giorno 5 minuti prima della diretta venne da me e mi disse da quel momento in poi mi avrebbe chiamato “Decibel” in onda e così fu. Gli ascoltatori si ricordavano di me per quel nome bizzarro e così è rimasto.”

Cosa pensi delle canzoni che gli azzurri chiedono di ascoltare in fase di riscaldamento?

“E’ diventato un must del momento del riscaldamento. Mi venne in mente mentre mi allenavo che sarebbe stato bello se i ragazzi (i calciatori) avessero avuto modo di scegliere le canzoni a loro più care e così lo proposi alla società e al mio amico e collega DJ Gigi Soriani. Da allora il suo telefonino e la sua mail sono intasati di richieste di canzoni.”

Secondo te è anche un pò questa un’arma vincente di questo gruppo?

“Il gruppo è certamente molto unito e il fatto che ci siano molti sudamericani è un bene. Ci si sente un pò a casa anche a migliaia di chilometri di distanza.”

Qual è stata la rete più emozionante che hai annunciato e, invece, quella che non avresti mai voluto annunciare?

“Di reti emozionanti ce ne sono state molte. Quella da pelle d’oca è stata quella di Cavani contro il Manchester City. Lo stadio pulsava energia in maniera incredibile.
Le reti che non avrei voluto annunciare sono sicuramente quelle della Juventus in quel malefico 3 a 3. Lì avevamo praticamente già vinto e invece…”


Qual è il finale che auspichi di annunciare la termine di questa stagione calcistica?

“Spero di poter essere all’Olimpico di Roma la sera della finale di Coppa Italia, sarebbe una cosa bellissima, un premio per la città e gli straordinari tifosi azzurri.”

Infine, ti concedo uno “spazio libero” che puoi colmare salutando i tifosi come meglio credi:

“Vorrei salutare tutti i tifosi e dire loro che sono fondamentali, importantissimi. Ovunque vada sento gente che mi dice che il San Paolo è uno stadio unico e io gli ricordo che sì, lo stadio è importante ma il cuore che i tifosi mettono in quell’arena è unico.
Grazie a tutti e come dico dopo la lettura delle formazioni:  “Sempre e comunque forza Napoliiii!

Luciana Esposito

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