DA BERGAMO / “Quella di Lombroso una dotta provocazione, ma era meglio Garibaldi…”

Davide Ferrario, collega del Corriere della Sera, ha pubblicato un lungo articolo sull’edizione online del Corriere di Bergamo, in cui è tornato sullo striscione esposto dai tifosi orobici nel corso di Napoli-Atalanta, raffigurante Cesare Lombroso, padre della moderna criminologia ed uno dei principali assertori delle teorie anti-meridionali nel periodo del “brigantaggio”.

Di seguito vi proponiamo la disamina di Ferrario.

“Martedì lo sparuto manipolo di sostenitori della Dea in trasferta al San Paolo espone uno striscione in cui, sui colori nerazzurri, fa bella mostra di sé il ritratto di un signore ottocentesco. Nessuno se ne cura più di tanto, finché il professor Gennaro De Crescenzo, leader del movimento neoborbonico napoletano, grida allo scandalo. Il signore in bianco è nero è infatti Cesare Lombroso, «l’inventore del razzismo anti-meridionale», secondo le loro stesse parole. I tifosi della Dea finiscono sul banco degli imputati, manco fossero una curva nazifascista romana. Il destino vuole che io, De Crescenzo, lo conosca di persona. Lo intervistai anni fa per Piazza Garibaldi, il film che dedicai all’anniversario dell’Unità italiana. È persona intelligente, mite e pacata, lontanissima dal fanatismo, degna di un contraddittorio razionale, che articolo qui in alcune considerazioni.

1) Intanto, è una sorpresa che dei tifosi usino un tono «alto» per sbertucciare gli avversari. Lombroso, oggi, lo conoscono giusto i laureati. Infatti, lo striscione è passato indenne dai controlli perché nessun poliziotto aveva contezza di cosa rappresentasse. Meglio questo guizzo di cultura esibita che gli infami insulti che si sentono di solito.

2) Le teorie di Lombroso sono razziste? Sì, come potevano esserlo molte idee «ragionevoli» di fine Ottocento. Ma è una forzatura sostenere che fossero a priori anti meridionaliste. La realtà è che lui equiparava la tendenza criminale con la povertà, come si fa oggi con gli extracomunitari. Lombroso ce l’aveva con i meridionali in quanto poveri. Un giro in Bergamasca negli stessi anni avrebbe condotto Lombroso alle stesse (errate) conclusioni anche in Val Seriana.

3) Nondimeno, lo striscione è una provocazione. Maligna, certo, ma anche ironica. A meno che non si debba riconoscere la tollerabilità del «politicamente scorretto» solo ai napoletani, che a Verona cantano «Giulietta è una zoccola».

4) Però devo dire che, fossi stato l’autore dello striscione, avrei scelto un altro personaggio: Giuseppe Garibaldi. Primo, perché siamo la città dei Mille; secondo, perché è di sicuro meglio di Cesare Lombroso; terzo, perché avrebbe fatto incazzare i neoborbonici anche di più”. 

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