Sette marzo. Una data già cerchiata in rosso e che adesso assume un’importanza tutta nuova. Perché tra quindici giorni, al San Paolo, arriverà il Real Madrid; non solo però. Sarò quello il momento in cui si ritroveranno Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri.
I ben informati raccontano come, finora, non ci sia stato alcun contatto tra i due dopo le parole espresse dal Presidente nel ventre del Bernabeu. E che Sarri e la squadra ci siano rimasti male davvero: è possibile evincerlo anche nei commenti post partita lasciati dai calciatori sui propri social. “Gruppo” è stata la parola più usata. Un termine di cui spesso si abusa ma che, mai come in questo caso, assume un valore molto importante. Che il Napoli fosse un gruppo coeso, era cosa nota. Ma la sfuriata di De Laurentiis ha 
sortito l’effetto di renderlo granitico, inattaccabile. Un blocco unico, di cui fanno parte anche quei calciatori che giocano meno e che avrebbero quindi un motivo per essere insoddisfatti. Niente da fare. Tutti intorno al loro leader che, nel caso del Napoli, non è un giocatore, ma l’allenatore stesso: Sarri gode della fiducia incondizionata di tutti gli elementi che compongono la rosa. E chi magari aveva in passato fatto trapelare qualche mugugno, a gennaio è stato ceduto. Ora zitti e mosca. A Castel Volturno, dopo la parola “gruppo” è “lavoro” quella più usata.
Cosa succederà, da qui al 7 marzo, è difficile prevederlo. Non è dato sapere se ci sarà una telefonata tra De Laurentiis e Sarri, che di certo però, si incontreranno a margine della partita con il Real. Prima o dopo, conta poco. È quello che accadrà durante quest’incontro ad assumere un valore importante per il prosieguo della stagione. Sarebbe auspicabile un chiarimento convinto tra i due, dal quale, ad uscire rinforzata, deve essere la stagione del Napoli. Perché tutto è ancora in gioco. E una lite in famiglia, seppur fuori luogo, non può e non deve intaccare la grandezza di questa squadra.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano