ESCLUSIVA – Bjelanović: “Pavoletti ragazzo straordinario, c’è un motivo per cui ha raggiunto certi livelli. A Varese ci salvò! E quel coro negli spogliatoi…”

Pavoletti è un ragazzo straordinario e ha una qualità che lo contraddistingue da molti: l’umiltà. La base dei grandi giocatori. Al Napoli farà benissimo”. Parola di Saša Bjelanović – ex attaccante e suo compagno al Varese nella stagione 2013-14 ed ora attuale vice direttore sportivo dell’Hajduk Spalato – che ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di SpazioNapoli.
Un rapporto di amicizia che lo lega ancora al bomber toscano, in procinto di passare al Napoli, ed una stima immensa che non nasconde. “Mi emoziono a parlare della sua storia…”.

Quale impressione ti fece a Varese?

“Di Pavoletti non posso che parlare benissimo. Prima di tutto dal punto di vista umano: è un ragazzo straordinario, con un’umiltà pazzesca, quella dei grandi giocatori. Ha fatto la gavetta arrivando nel calcio che conta anche abbastanza ‘vecchio’ ed ha ancora tanta fame. Questa è stata la sua forza, sa i sacrifici che ha fatto e vuole far bene. Poi ha tanta qualità”.

Perchè è arrivato così tardi nel calcio che conta?

“In Italia spesso è difficile dare fiducia ad un giovane attaccante, si cerca sempre il risultato e gli allenatori, avendo bisogno di punti, preferiscono giocatori più esperti o addirittura stranieri. È una cosa che capita spesso, non mi meraviglia. Forse anche lui è maturato un po’ più tardi, ma tutto quello che sta raccogliendo adesso se lo merita. Eccome se lo merita…”.

Raccontaci un po’ di lui…

“Umile ed un bravissimo ragazzo fuori dal campo, ma allo stesso tempo non si risparmiava mai. Cattivo agonisticamente, non si tirava indietro nei contrasti duri. Dava sempre il massimo per la squadra con un spirito di sacrificio immenso. Questo forse lo contraddistingue dagli altri bomber che magari pensano solo a fare gol. Gli allenatori lo apprezzano tanto per questo”.

E Pavoletti negli spogliatoi?

“Di certo non era loquace, ma nemmeno timido. Diciamo che si faceva sentire quando c’era bisogno. Un ragazzo ben integrato con il gruppo, che sapeva scherzare con i compagni e andava d’accordo con tutti”.

Bjelanovic, Neto Pereira, Di Roberto ed infine Pavoletti. Un attacco di spessore per il Varese, ma Leonardo fece una stagione incredibile…

“Senza togliere il merito a nessuno quell’anno ci ha trascinati alla salvezza. È vero, nel calcio conta il collettivo, ma ci ha salvati lui con i suoi gol in campionato e nei play out. Vinceva le partite da solo, era indispensabile. Io ero già a fine carriera. Neto ebbe diversi infortuni, Pavoletti fu una vera sorpresa, senza di lui non ce l’avremmo fatta di sicuro”.

Tu oltre 200 presenze tra A e B, lui alla seconda stagione in cadetteria. Ti ha mai chiesto consigli?

“Nonostante lui fosse un titolare fisso, aveva tanto rispetto per i compagni più grandi. Chiedeva, ascoltava e voleva imparare sempre, perché in questo sport non si smette mai. Leo è l’esempio lampante che con il lavoro e l’umiltà si arriva a certi livelli”.

Puoi parlarci di qualche episodio particolare?

“Subito dopo la salvezza tutta la squadra negli spogliatoi intonò un coro dedicato a lui. Era il minimo che potessimo fare”.

Cosa dicevate?

“Pavoletti gol Pavoletti gol eo eooo” (canta, ndr). Fu un coro spontaneo, durò tantissimo e perdemmo quasi la voce. Fu un momento stupendo”.

Dal play out contro il Novara alla Serie A con il Napoli in tre anni. Ti ha sorpreso?

“Quando sono andato via dal Varese gliel’ho augurato. Gli ho detto: «Continua così, con un’altra stagione a questi livelli riuscirai a raggiungere palcoscenici importanti». Ho tifato per lui, speravo potesse farcela dopo quello che aveva dimostrato”.

Un desiderio che si è avverato. E lo attende anche quella doppia sfida con il Real Madrid…

“Guarda, veramente mi emoziono a parlare di Pavoletti. Sono contento come se vivessi in prima persona questa storia. È un ragazzo a cui voglio tanto bene, abbiamo un bel rapporto e ogni tanto ci sentiamo”.

Ti ha mai detto qualcosa sulla nuova esperienza al Napoli?
“Cerco di lasciare fuori tutto ciò che concerne il calcio, quando ci sentiamo preferiamo pensare ad altro. L’ultima volta ci scambiammo gli auguri di Natale”.

E?

“Nient’altro. Ogni tanto in passato abbiamo parlato del Genoa perché sono tifoso della squadra rossoblù. Sicuramente in futuro ne avremo l’occasione”.

Come lo vedi nel Napoli di Sarri?

“Benissimo. Ha una grande intelligenza tattica e tanta fame agonistica. Poi sa adattarsi a ciò che chiedono gli allenatori. È una prima punta con diverse caratteristiche. Conoscendolo e vedendo come gioca il Napoli non troverà alcun problema”.

Passiamo ad un altro giocatore: Marko Rog. Conoscendo bene il calcio croato, cosa puoi dirci?
“È giovane e di buone prospettive, ma come tanti croati ancora indietro dal punto di vista tattico. Deve crescere molto e forse è proprio questo il motivo del suo scarso utilizzo. Sarri chiede ai suoi centrocamposti particolari movimenti, occorre dunque pazienza”.

Alcuni lo considerano il nuovo Modric…

“È un paragone esagerato, ha indiscutibilmente tante qualità, ma spesso in Croazia si tende a sponsorizzare eccessivamente i calciatori. Soprattutto alla Dinamo Zagabria, dove è più facile arrivare a certi livelli. La maggior parte dei giocatori raggiunge la nazionale e poi sanno vendere molto bene. Sia lui che Pjaca in altri club sarebbero stati ceduti a cifre più basse”.

Tu invece lavori nell’Hajduk Spalato, diretta concorrente della Dinamo…

“Sì, tra i due club c’è parecchia rivalità. Possiamo paragonarle a Juventus e Napoli. Loro hanno un peso importante nel calcio croato”.

Chi consiglieresti invece dell’Hajduk?

“Uno dei nostri prospetti più importanti è Nikola Vlašić, attaccante classe ’97, già da due anni in mezzo titolare in prima squadra. Deve crescere tatticamente, ma ampi margini di miglioramento. Lo vedrei bene nel 4-3-3 di Sarri nel ruolo di vice Insigne. Ha caratteristiche simili. Anche Lorenco Simic, difensore centrale del ’96, ha qualità importanti. Con buoni allenatori possono davvero fare il salto di qualità”.

In Croazia la materia prima non manca…

“Il calcio croato sta producendo continuamente talenti, che in questo sport vedono la loro salvezza. Siamo ancora indietro dal punto di vista dei club, ma la nazionale ci sta dando visibilità. Purtroppo tante squadre sono costrette a cedere i migliori giocatori per necessità economiche. Non ci sono altre fonti di guadagno…”.

E molti all’estero riescono ad esplodere. In Serie A l’esempio lampante è Nikola Kalinic. Uno che avrebbe fatto molto comodo al Napoli…

“Assolutamente. È un attaccante completo che sarebbe stato perfetto per il Napoli. Ha lasciato molto giovane l’Hajduk con diverse difficoltà nel raggiungere la piena maturazione. Ora finalmente l’ha raggiunta ed è in grado di far bene ovunque”.

Andrea Gagliotti 

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