Ambrosino da pelle d’oca: “La maglia azzurra è un sogno”, poi il retroscena su Maradona e gli argentini

L’attaccante di proprietà del Napoli, ora in prestito al Cittadella, Giuseppe Ambrosino ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna di Tuttosport. Il giovane calciatore è uno dei protagonisti della spedizione della Nazionale Under 20 in Argentina e, nel corso della sua intervista, Ambrosino ha avuto modo di ripercorrere tutte le tappe di questa bellissima esperienza con la maglia dell’Italia.

L’intervista

È un’emozione grandissima, non capita tutti i giorni e sono sincero: sono convinto che anche molti tra noi non se lo aspettassero, perché è comunque una semifinale mondiale, arrivare a questo punto è sempre difficile.

Se la Corea è arrivata in semifinale, vuol dire che è un’avversaria forte, così come lo siamo noi. Ci giocheremo tutte le nostre carte per arrivare in finale, cercando di mettere in campo tutte le cose positive fatte vedere finora. Personalmente, mi sarebbe piaciuto anche incontrare di nuovo la Nigeria, per giocarci una rivincita rispetto alla sconfitta che avevamo patito nel girone.

Le nostre armi migliori per batterla? Il gruppo, per me è la cosa più importante, essere così coesi a livello di squadra. Inoltre la nostra forza, oltre all’essere uniti, è il gioco.

La battuta su Kim

Da attaccante nato a Procida e di proprietà del Napoli, le chiedo con ironia: e se i loro difensori fossero forti come Kim? Speriamo di no, dai (ride). Ho visto qualche partita della Corea Under 20 e stiamo guardando i video per analizzare la loro difesa. Detto questo, non credo che studierò uno a uno i loro difensori, anche per il gioco che fa l’Italia. Noi attacchiamo come squadra, cercheremo di metterli in difficoltà così e vediamo cosa possiamo fare tutti insieme per vincere.

Sull’Argentina

Com’è per un ragazzo napoletano giocare un Mondiale in Argentina, la patria di Diego Armando Maradona? Al di là del risultato che otterremo, giocare un Mondiale in Argentina è un sogno. Quando ho saputo che il Mondiale alla fine si sarebbe tenuto qui è come se avessi provato un’emozione in più. A Napoli Maradona è come un Dio e lui è nato qui, ha giocato qui. Quando ci capita di avere dei momenti liberi e usciamo per strada per fare una passeggiata, spesso i tifosi locali ci fermano e chiedono se tra di noi c’è qualche napoletano. Io alzo la mano e tutti mi sorridono. È un’esperienza fantastica e sono molto contento di viverla: certo che tornare in Italia con il trofeo renderebbe il tutto ancora più bello.

Per me è troppo bello indossare la maglia azzurra. Ormai siamo un gruppo che è praticamente una famiglia: ci conosciamo tutti, ci vogliamo molto bene, ogni volta che ci rivediamo in Nazionale si crea un ambiente bellissimo.

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