De Laurentiis durissimo: “Il calcio è malato dall’alto, siamo tutti schiavi”, poi la risposta sul caso Juventus

Mentre i Mondiali in Qatar hanno su di sé gli occhi di tutto il mondo, in Italia purtroppo l’argomento delle ultime settimane non riguarda il calcio giocato.

Le dimissioni dell’intero CDA della Juventus hanno fatto scalpore e le intercettazioni che stanno uscendo fuori dall’inchiesta Prisma stanno rigettando il calcio italiano in un pericoloso vortice.

C’è chi parla di una nuova Calciopoli, chi chiede la radiazione della Juve e chi chiede maggiore investigazione anche sugli altri club italiani. Una situazione in cui è difficile uscirne.

Intanto, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rotto il silenzio. Il patron azzurro, al termine della presentazione “Codice di giustizia sportiva FIGC”, è stato intervistato dai cronisti presenti all’esterno del Salone D’Onore Coni: di seguito le sue parole.

De Laurentiis Juventus
Aurelio De Laurentiis (FOTO – Getty Images)

De Laurentiis Juventus, le parole del presidente del Napoli

“Il Governo è sempre stato assente, benché il nostro gettito fiscale sia importantissimo. Una volta c’erano gli schiavi, ma voi credete non ci siano più? Siamo tutti ancora schiavi. Schiavi di una situazione non piacevole. In casa, in ufficio, nella vita comune, nel non essere protetti in maniera fantastica, nel non essere pensionati felici. Molta gente soffre, non riesce ad arrivare a fine mese e questa è una storia che è peggiorata ma che è sempre esistita. Qual è la panacea per far star calmi e buoni tutti? Il calcio. Lo Stato non è stupido e lo sa, però lo ignora. Non è stupido. Altrimenti dovrebbe fare in modo che le Leggi sulla modernizzazione del calcio si realizzassero in cinque minuti perché ci vogliono cinque minuti per cambiare il calcio, visto che è malato ovunque. I conti non tornano”.

Che idea s’è fatto del caso Juventus?
“Non ne parlo. Ci penseranno i Magistrati, non è compito mio. Mi dispiace che il calcio, ma non è solo un problema italiano, non sia portatore sempre dei valori che dovrebbero essere di esempio per le nuove generazioni”.

Può esserci una nuova Calciopoli?
“Non sta a me, ripeto, stabilirlo”.

Non lo teme?
“Ho già detto che il calcio è malato dall’alto. Non si vuol capire che non ci sono sufficienti risorse per andare avanti con questa tipologia di campionati e non si vuol fare la Rivoluzione Copernicana. Perché? Perché poi bisogna essere rieletti. Questo è un problema di tutti quelli che sono sottoposti a rielezione, nel mondo della Politica e in quello dell’industria, dei sindacati o dello sport. Nel mondo dello sport, purtroppo, la sorveglianza è latente e la volontà di voler modificare e crearsi magari delle antipatie è difficile trovarla”.

Cosa si aspetta dal Napoli? È fiducioso?
“Ragazzi, quando vorremo parlare del Napoli ne parleremo, ora lasciamoli allenare in Turchia. Sono sul mare felici, contenti, sereni e soddisfatti”.

Hanno visto anche Hamsik.
“Hamsik è una colonna del Napoli e rappresenta la mia storia napoletana. Io da 18 anni sono col Napoli e lui è stato un capitano esemplare, una persona straordinaria e un calciatore formidabile. Ce ne fossero come lui…”

Si torna a parlare di Superlega, può essere una soluzione?
“Voi dovete farmi una favore: andate su Netflix e guardate le quattro puntate su FIFA. Così per le vostre domande avrete anche delle risposte”.

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