“Dovrò soltanto reimparare a camminare”. Senza Fabián si riparte da zero

Ora le cose si complicano veramente. Quel pizzico di fiducia che il vento d’estate portava con sé, in un clima già torrido di suo, ora rischia di fermarsi e lasciare senza respiro, senza aria.

Vendere anche Fabián Ruiz al Psg per 25 milioni è il colpo di grazia alla colonna vertebrale del Napoli recente. L’asse centrale, la struttura di gioco di una squadra che aveva assorbito nel proprio dna la costruzione dal basso, oggi si ritrova annientato.

Il panico tra i tifosi ora trova radici sempre più forti: il Napoli sarà costretto “a reimparare a camminare“, apostrofando Calcutta in una sua canzone, ricominciare da zero senza i portatori sani di idee, estro e fantasia. E questo ad 8 giorni da Verona, dall’inizio del campionato. Se non è surreale poco ci manca.

Come surreale è essere divenuti schiavi di Meret, un portiere che non ha mai dimostrato di essere da Napoli: forza, si provi a ricordare tre parate fondamentali in azzurro. Come surreale è non essere riusciti a vendere Zielinski, talento che stenta a ricordarsi di esserlo, ed Elmas di cui dopo tre anni ancora si fa fatica ad individuarne un ruolo. Oppure Lozano, che peccando di continuità ha zero estimatori. Chi avresti dovuto vendere è rimasto e viceversa.

Ed altrettanto surreale prestarsi al giochetto del Sassuolo che alza le richieste per Raspadori un’ora sì e l’altra pure: ottimo prospetto ma non vale 40 milioni. Anche in una rifondazione da qualcosa e qualcuno devi ripartire. E invece no.

Con la paura concreta che il Bayern arrivi con una valigia un po’ più gonfia per Osimhen e ti ritrovi anche senza attaccante. Non sono le amichevoli precampionato a preoccupare, sarebbe stupido ed ingenuo. Fa paura la mancanza di una strategia. Tantissima paura.

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