Messi si racconta: “Non mi sono mai paragonato a Maradona, mi basta un’altra cosa”

Lionel Messi, fresco vincitore del settimo Pallone d’Oro della propria carriera, ha rilasciato una lunghissima intervista ai microfoni di France Football. Tra i diversi temi trattati ci sono i paragoni con Maradona, il confronto con Cristiano Ronaldo e tanto altro.

Di seguito i principali passaggi evidenziati dalla nostra redazione:

PARIS, FRANCE – NOVEMBER 29: Lionel Messi speaks onstage during the Ballon D’Or Ceremony at Theatre Du Chatelet attends the Ballon D’Or ceremony at Theatre du Chatelet on November 29, 2021 in Paris, France. (Photo by Aurelien Meunier/Getty Images)

“Vengo da una famiglia operaia, mio padre lavorava tutto il giorno e vivevamo in un quartiere abbastanza modesto. Ma non ci è mai mancato nulla, grazie a Dio. I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto, soprattutto per il lavoro, e l’umiltà. Sono cresciuto con questi valori. Quando sono arrivato a Barcellona a 13 anni, ho trovato gli stessi valori a La Masía. Non ho mai detto di essere il migliore della storia e nemmeno mi sono fatto quell’idea”.

“Per me essere considerato uno dei migliori della storia è più che sufficiente. È qualcosa che non avrei mai immaginato. È una cosa che non mi interessa, non cambia nulla essere considerato il migliore o meno. E non avrei mai voluto esserlo, nemmeno. Il confronto con Maradona? Sinceramente non mi sono mai paragonato a Diego, assolutamente mai. Non ho mai prestato attenzione a quei paragoni. Alcune critiche mi hanno infastidito in passato. Ho passato un brutto periodo in Nazionale, davvero, ma non per questi motivi”.

“Ho sempre voluto superare me stesso e non guardare quello che facevano gli altri. Con Cristiano abbiamo mantenuto la competizione durante lo stesso campionato per anni. È stato bellissimo e ci ha aiutato a crescere nelle nostre carriere. Ma senza guardarsi l’un l’altro. Volevo solo superare me stesso per essere il migliore e non migliore dell’altro”.

“Nel gioco ho sempre avuto la libertà di muovermi dove volevo, senza rispettare molto una posizione. Tutti gli allenatori che avevo mi hanno dato questa libertà di muovermi dove volevo e dove potevo fare più danni all’avversario. Cerco sempre di muovermi per trovare gli spazi a seconda di ogni partita. Anche se parto da destra, di solito mi sposto verso l’interno. Mi sento bene così e cerco di divertirmi in campo”.

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