VIDEO – Ferlaino: “Salvare Maradona? Non possediamo l’anima dei giocatori. Vi svelo cosa ho fatto alla sua morte. Potevo tornare ma…” [ESCLUSIVA]

Nel pomeriggio odierno, la nostra redazione ha intervistato in esclusiva Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli ai tempi di Maradona. Di seguito le sue parole ai nostri microfoni:

“Io ho 90 anni e sono contento di quello che ho fatto nella mia vita. Non si può fare il presidente per sempre.

I miei giorni a Napoli? Ho avuto molti giorni belli, ma anche altrettanti brutti. Ricordo ovviamente i due Scudetti, il secondo in modo particolare perché per il primo non avevamo organizzato niente: non volevamo crederci nemmeno noi.

Abbiamo fatto una grande festa su una nave che avevamo affittato. C’erano tutti i giocatori e le rispettive famiglie e da lì abbiamo ammirato i fuochi d’artificio per la vittoria dello Scudetto. Il secondo è stato più sofferto, ma più bello.

Ferlaino presidente Napoli
Ferlaino presidente Napoli

Ferlaino a SpazioNapoli: “La Coppa UEFA, il Milan di Berlusconi e la morte di Diego”

La vittoria della Coppa UEFA? Allora era una competizione che valeva la Coppa dei Campioni.

Le mie paure? Napoli era la capitale del gioco clandestino, prima che questo diventasse un business europeo e addirittura mondiale. Prima era solo limitato a Napoli e questa situazione mi preoccupava molto.

Lo Scudetto perso? Invece di parlare di quello, parliamo del secondo scudetto vinto, contro il Milan di Berlusconi che aveva Gullit, Van Basten, Costacurta e molti giocatori fortissimi.

La morte di Diego? Io ero in riunione in una banca. Ho lasciato la riunione perché non riuscivo più a lavorare né a fare niente altro.

Se potevo salvare Diego? Le società e i presidenti non comprano l’anima dei giocatori, ma soltanto le loro prestazioni sportive. Poi, a casa loro, i giocatori possono fare quello che vogliono. Quando finisce l’allenamento o la partita, i giocatori sono liberi: non possediamo la loro anima.

Ferlaino: “De Laurentiis molto bravo. Careca? L’ho scovato in tv”

De Laurentiis? È molto bravo, riesce ad essere in testa alla classifica e a mantenere i bilanci a posto. Prima di lui, mi hanno chiamato in Federazione chiedendomi di riprendere il Napoli, ma ho rifiutato. Non si può fare il presidente a vita.

La figura del presidente deve essere molto presente. I presidenti stranieri non lo sono, non vivono il club e la città. Sto però vedendo che il Milan e l’Inter sono due belle squadre, quindi magari sono io che sbaglio pensando che i presidenti che stanno lontano non vadano bene.

Il mio calciatore preferito? Nessuno, per me sono tutti uguali. Anche Maradona era uno come un altro per me.

Careca? Io ero a Rio de Janeiro per festeggiare il Natale e ho visto in televisione questo giocatore eccezionale. Ho cercato di avvicinare i dirigenti del San Paolo e così lo abbiamo acquistato.

L’addio al Napoli? Sono andato via ma ho lasciato il Napoli in buone condizioni. Se tremavo all’addio? Sono problemi miei, me ne sono andato anche per salvare il mio cuore“.

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