Marotta: “Ho ricevuto minacce, mi dimetterò da consigliere federale”

Prima della partita del turno infrasettimanale tra Spezia e Inter, l’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Il dirigente nerazzurro ha parlato ovviamente di Super League, spiegando quello che è successo: “Cominciamo dalla premessa, è stata un’iniziativa portata avanti dai 12 proprietari dei club, alla luce di ogni singola situazione finanziaria, legata principalmente al Covid, con cui i costi e i ricavi sono incerti. La valutazione dei proprietari è che questo modello nazionale ed europeo era superato. Bisognava valorizzare meglio le risorse e cercare di trovare qualcosa.

Il sistema calcio rischia il default, per i club uno dei costi principali sono gli stipendi, che sono il 60/70% del fatturato. Questo modello non garantisce stabilità e quindi futuro, era doveroso andare alla ricerca di qualcosa che cambiasse questo modello. La situazione è naufragata perché sono stati sottovalutati aspetti importanti, come la voce dei tifosi che rappresentano il patrimonio vero del calcio, ma anche perché i 6 club inglesi si sono defilati improvvisamente.

Da ogni fatto che viene vissuto bisogna trarre anche lezioni e positività, se questo progetto è fallito significa che sono stati fatti errori nel percorso. Questa è una risposta che dice tutto.

Questa operazione come ho già detto è stata condotta con riservatezza dalle proprietà, il management dell’Inter non è entrato direttamente anche se le informazioni arrivavano. Tutto si è consumato negli ultimi giorni. Nella logica della struttura aziendale è giusto dividere i compiti. Io e Antonello ci siamo concentrati in questo periodo nella gestione quotidiana del club. La buona fede di questa azione è nata dal fatto che i proprietari sono alla ricerca, per fare il bene dei club, perché la situazione attuale del calcio a tutti i livelli è in una situazione paradossale, come tutti i settori dell’economia nazionale e internazionale.

Devono intervenire le associazioni dello sport, non mi riferisco al governo. Negli ultimi anni Inter, Milan e Juventus hanno speso un miliardo di euro per acquistare giocatori, oggi questo è impensabile. Ciò va a discapito anche del calcio di provincia. Gli sponsor spesso non hanno la possibilità di investire.

Questa azione ha un principio di buona fede, che è quella di dare stabilità al sistema. Ci sono state lacune altrimenti non sarebbe naufragato, bisogna salvaguardare i principi della solidarietà verso chi sta sotto, la meritocrazia e il rispetto dei tifosi. Abbiamo giovani che devono diventare uomini del domani, lo sport è strumento di emulazione positivo. 

I fondi non centrano nulla, in questo progetto sono intervenute tre leghe e le altre non hanno a che fare con i fondi. Quando le decisioni sono state prese c’erano società che non fanno parte, anche altre società erano in dissenso. Per la mia carica personale, fermo restando che il principio del dissenso è democrazia. Non concepisco l’attacco violento di Cairo avanti a tutti, ho ricevuto minacce anonime. È un fatto grave, si può chiedere di dimettere ma non con queste parole, dando del Giuda e del traditore. Amo questo sport e credo nel calcio. Essere consigliere federale è un’attività di servizio, anche faticosa, e la faccio con amore verso questo sport e negli interessi del club. Avremo una riunione e rimetterò il mandato, se la maggioranza non vorrà che continui faccio un passo indietro, non è determinante a fine del grande tema che ci aspetta”.

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