Higuain si confessa a cuore aperto: “Per il calcio ho sofferto molto, voglio cambiare vita”

L’ex attaccante del Napoli e ora in forza all’Inter Miami, Gonzalo Higuain, ha rilasciato una lunga ed emozionante intervista al quotidiano argentino La Nacion. Il Pipita ha parlato di tutto ciò che ha dovuto subire per giocare nel grande calcio.

Il prezzo pagato per appartenere all’élite del calcio è stato molto alto. È vero che oggi la gente mi vede e dice: ‘Higuain, di cosa ti lamenti con i soldi che hai?’ Ma Higuain fa questo da quando aveva 9 anni e i soldi che ho non sono caduti dal cielo, me li sono guadagnati, giorno dopo giorno, col sudore. I soldi aiutano, sì, ma non danno la felicità. Puoi avere tutti i soldi del mondo, ma se sei un cattivo ragazzo, con chi ti diverti?. Ho giocato a Madrid, a Napoli, alla Juventus, a Milan, al Chelsea, di nuovo alla Juventus e tu condividi i tuoi compleanni con compagni diversi, il Natale con compagni diversi e i tuoi amici li vedi poco o nulla, i tuoi genitori li vedi poco o nulla… Devi sopportare i maltrattamenti della stampa, quelli dei tifosi… Né i media né i tifosi ti giudicano per il tuo calcio, ma perché sei grasso sei magro o calvo. Se mi faccio crescere la barba divento una notizia, se mi raso i capelli a zero uguale… Sì, il prezzo da pagare è alto, ma ci convivi e ho sempre saputo che sarebbe successo.

Ora, per andare avanti, non ascolto più ciò che dice la gente, non do peso alle loro parole. Sono oltre, sono oltre le critiche, le molestie, puoi dire quello che vuoi. Prima mi facevano male, ho sofferto e ho passato un brutto periodo, non lo nego, non sarebbe sincero farlo. Ma diciamo che da quando è arrivata mia figlia, che compirà tra poco 3 anni, la mia sensibilità è cambiata. Con lei ho capito che ci sono cose molto più importanti di “quello che diranno” di te. Sono in una fase in cui non mi interessa, sono oltre quello che dicono.

Da quando sono arrivato negli USA, la mia vita è completamente cambiata, ora mi sento molto felice perché ho ottenuto ciò che volevo, ovvero uscire da quella bolla di pressione e di richieste, dalla molestie di stampa e tifosi. Qui il calcio non è una priorità, ci sono altri sport che sopportano quelle pressioni. Il campionato sta crescendo e continuerà a crescere. Ma qui le persone per strada non ti giudicano perché hai sbagliato o segnato un gol, non ti giudicano se ti buttano fuori o no. E lo stesso accade con la stampa. Quindi, vivo con calma ed è quello che stavo cercando. Qualcosa di nuovo per me. Ora vado e mi metto in fila come chiunque altro, sono di nuovo una persona normale. A volte ti sconvolge, ma a volte dico “quanto è bello, perché è quello che volevo vivere”. Sono molto felice della decisione che ho preso.

Quando mi ritirerò, non sarò più nel calcio, ho deciso. Quando ho lasciato la nazionale ho iniziato a prepararmi per il futuro, e sapevo già che quel futuro non sarebbe stato nel calcio. La mia vita andrà da un’altra parte. Sarei un masochista se smettessi di giocare a calcio a causa di tutto quello che ho sofferto, a causa delle richieste, e tornassi nell’ambiente calcistico. No, no, non corrisponde a quello che penso. In primo luogo, mi divertirò davvero con la mia gente, la mia famiglia. E poi qualunque cosa mi piaccia fare, la farò. Ma insisto: sono convinto che non sarò nel calcio. Mi piacerebbe studiare cucina, enologia…Vorrei giocare a padel, che adoro e ora chiaramente non posso farlo a causa del calcio. Ma prima ho intenzione di godermi davvero la mia famiglia che finora ha sopportato così tanto, giusto?”.

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