Virus, discoteche aperte da luglio. L’appello del presidente Silb: “Pronti a ripartire in sicurezza”

Il mondo della notte, con un fatturato di 4 miliardi annui e 4,7 milioni di persone che, ogni weekend, passavano una notte in discoteca, è stato il primo a chiudere i battenti a causa dell’emergenza Coronavirus.

Ora però, che il governo ha allentato le misure restrittive e annunciato la fase 2, si dice pronto a ripartire in sicurezza. Maurizio Pasca, presidente del Silb (associazione delle imprese che fanno intrattenimento da ballo e pubblico spettacolo), dice: “Siamo pronti a riaprire al pubblico, rispettando il distanziamento sociale. Possiamo predisporre la misurazione della temperatura all’ingresso con i termoscanner, e fare in modo che si entri solo su prenotazione, fornendo le proprie generalità. La situazione delle discoteche è drammatica. Se dovessimo essere autorizzati a riaprire soltanto in autunno, il 20% dei locali non riaprirà mai più. Ma se, come ho letto, la riapertura dovesse slittare a marzo 2021, il 70% del settore chiuderà i battenti per sempre. Siamo venuti a sapere che alcune persone avrebbero già affittato delle masserie per organizzare dei party privati”.

Tra marzo e aprile il Silb, insieme anche alle associazioni di categoria dei Dj, ha scritto due lettere al presidente del consiglio, Conte. Come spiega ancora Pasca: “Abbiamo chiesto la soppressione di tasse e tributi per l’anno in corso. e un contributo a fondo perduto, parametrato sull’effettiva perdita di fatturato. Ma è anche importante ottenere una moratoria sugli affitti. Su ogni biglietto di ingresso bisogna pagare l’Iva, l’imposta di intrattenimento e la Siae: questo equivale quasi alla metà del costo del biglietto. Siamo stati responsabili, chiudendo prima di tutti, ma ora chiediamo al governo di sostenere un settore che dà lavoro e di cui, fino ad oggi, non si è parlato quasi per niente“.

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