Ascierto: “A Napoli un giorno senza infetti e quattro senza morti, ma il pericolo non è scampato. Serie A? Si potrebbe giocare a giugno”

ASCIERTO SERIE A – In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Paolo Ascierto, medico oncologo Istituto Pascale:

“Abbiamo fatto un faticoso tour de force, ma si lavora anche in questi giorni. Ciò che facevamo in passato attraverso meeting, ad esempio oggi sarei dovuto essere a San Diego, lo stiamo trasformando via web. Oggi resterò davanti al computer per parecchio. E’ passato un rompete le righe ingiustificato. I numeri stanno andando nella direzione in cui ci auguriamo, soprattutto in Campania, ma il pericolo non è scampato. A Napoli c’è stato un giorno con 0 infetti nuovi e 4 giorni senza decessi. Vorrei far notare che in Germania non appena hanno riaperto è salito il numero di contagi. Capisco che per un motivo economico si voglia riaprire, ma bisogna fare attenzione. Qualche giorno fa ho visto delle immagini sul lungomare, molti erano senza mascherina, non va fatto.

La mascherina ci deve accompagnare quotidianamente per proteggere noi stessi e gli altri. Mascherina fa male correndo? Vuol dire che se ci sono 100 persone non correremo. I parrucchieri vorrebbero guadagnarsi da mangiare ed io posso anche essere d’accordo sulla riapertura in condizioni di sicurezza, ma se poi si apre e succede tutto quello che abbiamo già visto, diventa problematico. C’è bisogno di un senso di responsabilità comune, il rischio di una seconda ondata è reale.

ASCIERTO SERIE A, SI PUÒ GIOCARE A GIUGNO

Siamo a pochi km dal traguardo, certamente qualcosa deve riprendere altrimenti qualcuno non ce la fa. Se i giocatori vengono tamponati ogni settimana – così so se c’è una persona infetta e la isolo – considerando che non c’è distanziamento fisico, le possibilità di contagio sono minori. In queste condizioni si può pensare che – con numeri ancora più bassi – si può riaprire il calcio a porte chiuse. Ci vuole grande organizzazione, se è fattibile o meno dipende da come si metterà il virus, ma da qui si può ripartire. Se i calciatori non vengono messi in sicurezza e con loro tutti gli operatori, non ci sono le condizioni. Operaio più a rischio di un calciatore? La fase 2 è di conoscenza, ovvero sapere chi è infetto o non è fondamentale.

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L’impreparazione è dovuta al fatto che alcuni di questi strumenti sono mancati per diverso tempo e questo ci deve far riflettere, non è possibile che le mascherine vengano prodotte solo in Cina. Anche per una questione di stimoli, c’è bisogno di produrle in Italia, ma c’è proprio un problema di strumenti che mancano. Al di là dell’epidemia che è da noi, c’è una pandemia per tutto il mondo.

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Ciò che ha dimostrato la Corea ed addirittura in Veneto, sono stati fatti i tamponi a tutti, ha funzionato e si è avuta una riduzione dell’infezione subito. Ci arriveremo, ci si sta organizzando per fare più tamponi possibili con nuove tecniche. Riprendere la Serie A? Per poter avere un quadro completo bisogna far fede ai numeri in un determinato momento. E’ impossibile fare previsioni per Settembre, è come giocare numeri a lotto. E’ un virus apparso a metà dicembre di cui si conosce molto poco. Detto ciò, è ovvio che se andiamo verso una riduzione importante dei contagi e quindi una diffusione limitata del virus, fermo restando che bisogna far attenzione, possiamo immaginare di riprendere a Giugno.

ASCIERTO FASE 2

E’ chiaro che se per metà maggio c’è un ritorno dei contagi, allora non è saggio. Quello che facciamo noi come operatori sanitari è fare tamponi, controlli sierologici, uno dei focolai più importanti sono stati gli ospedali perché inizialmente medici ed operatori non venivano controllati e divenivano loro stessi sorgenti di infezione. Se c’è un positivo, viene immediatamente isolato, così accade nel calcio. Qualora dovesse accadere, bisognerebbe fare uno screening di tutti coloro sono stati a contatto con quel calciatore, ma questo è quello con cui dobbiamo convivere. Donazione De Laurentiis? Credo che la rivalità sportiva sia giusta, l’odio no. Uno non cambia la fede, ma non posso non avere il cuore aperto per i tifosi napoletani che hanno dimostrato grande amore per noi”.

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