Alessandro Formisano presenta il progetto SSC Napoli Charity: “Maglie e scarpette dei calciatori all’asta per aiutare associazioni no-profit” (VIDEO)

Alessandro Formisano, Head of operator della Ssc Napoli, in conferenza stampa a Castelvolturno, ha presentato un progetto di responsabilità sociale della società partenopea: la SSC Napoli charity.

– Inizia la conferenza stampa

“Buongiorno a tutti. Grazie di essere qui, non siete tantissimi, ma siete i migliori. Un progetto quello che presentiamo a cui tengo particolarmente per diversi ordini di motivi. Intanto, perché in questi anni il Napoli ha sempre fatto la sua parte sulla responsabilità territoriale, in maniera silenziosa, a fari spenti. Molte iniziative sono svolte senza gridarle, altre sono state raccontante in maniera più significativa.

Il progetto che vi presenterò oggi e dettagliato in alcune slide per non lasciare spazio ad equivoci, è un progetto che penso da tempo. Tutto questo progetto prevede che il 100% del ricavato sarà devoluto al soggetto che deriverà questa operazione.

L’altro elemento fondamentale che questo progetto si pone con un obiettivo fondamentale: dare un modo alle persone di aiutarsi e risolvere i problemi che ci sono. In questo progetto l’obiettivo nostro non è tanto di carattere economico, ma accendere un faro, non sulla nostra generosità, ma di tutti.


L’intento di questo progetto non è donare tanti soldi, ma mettere sotto i riflettori cosa portano in dono queste attività alle persone.

Questo progetto di Charity è realizzato online. Ha lo scopo di consolidare le attività, quelle che oggi svolgiamo e, ha l’obiettivo di aiutare le organizzazione no-profit, prevalentemente per quelle campane, ma non abbiamo pregiudizi per le altre.

Metteremo in piedi delle aste online e l’intero ricavato di queste aste saranno devolute alle organizzazioni no-profit, mettendo delle risorse economiche, ma l’obiettivo più importante è che l’organizzazione no-profit avranno la possibilità in quelle aste di raccontare la propria attività.


Tutti possono partecipare a questa possibilità, l’importante è compilare i moduli richiesti. Sappiamo che una cosa delle cose che le persone desiderano è avere un link di una partita giocata con giocatori, di quello che è accaduto sul campo. Ogni partita che giocheremo, queste aste saranno organizzate per ogni gara in casa, preleveremo dal campo un oggetto che ha fatto la differenza, un pallone, una scarpetta, i guanti del portiere, questo o più oggetti saranno messi all’asta. Per ogni asta individueremo un beneficiario.

Il nostro obiettivo è aiutare queste persone. Quest’asta verrà realizzata attraverso ebay, il più grande player delle aste del Mondo. Noi diremo cosa stiamo vendendo, la certificazione con un sistema di anticontraffazione racconta la finalità di questo progetto. Per ogni partita casalinga abbiamo oggetti differenti e beneficiari diversi. Cercheremo di farlo anche per le gare in trasferta, ma almeno 20 aste annuali, per quante sono le gare in casa, le faremo.

Con Ebay condividiamo il concetto che queste attività debbano devolvere il 100% del ricavato a queste organizzazioni a no-profit. Non prendiamo un euro noi e neanche Ebay. Questi soldi non transitano per il Napoli, ma dalla piattaforma ebay all’organizzazione no-profit
“.

Reazioni dallo spogliatoio?

Non ne ho parlato ancora, ma sarà formalità. I calciatori sono sempre disponibili su certi temi”.

La nostra missione? Non ne abbiamo una in particolare. Ricordo quando lanciammo il sito del Napoli, chi ci scrive si occupa delle cause più disparate. Qualche tempo fa ci occupammo del progetto Foqus, un’altra associazione per i bambini meno fortunati dei quartieri spagnoli. Contribuimmo per la realizzazione di una scuola, chiamammo il nostro certificatore o i nostri fornitori di computer fare la loro parte”.

Saranno uno a partita, una scelta per convogliare maggiori organizzazioni o aumentare il numero?

“Al momento partiamo e immagino che con un’asta diamo il massimo risalto all’organizzazione e vediamo cosa accade. Questi progetti per noi hanno un inizio e mai una fine perché li portiamo avanti. Diamo una mano in maniera struttura sul territorio”.

Perché avete seguito questa strada?

“Questo progetto di anni è compensato dopo anni di feedback e di informazioni. Chiamai Guido perché il Mattino online lanciò un’iniziativa di raccolta fondi. Facemmo la roba un pomeriggio e il giorno dopo avevamo moltiplicato. Se una società come il Napoli ha questo seguito, perché non farlo per qualcosa che ha un senso”.

– Avete intenzioni di allargarlo e proporlo ad altri club?

“Iniziamo noi, poi vedremo. Non so se altri club sono interessati e come lavorano in questo ambito. Ci verranno delle idee. Se gli altri ci seguiranno saremo felici”.

Tutte queste associazioni, saranno seguite dal calcio Napoli? Verificherete e monitorate?

“La continuità è l’obiettivo fondamentale. Ahimè non possiamo veicolare in cifre giganteschi, ma voglio pensare alla buona fede di queste persone”.

– In futuro penserete alla collaborazione con Ebay come con Amazon?

“Non so. In questo momento ci concentriamo su questo progetto”.

– Ci saranno momenti social con calciatori e le associazioni?

“L’obiettivo è quello di dare evidenza alle associazioni, che un calciatore vada a visitare dei bambini può anche non essere un fatto social da sbandierare”.

– L’iniziativa partirà già da giovedì per la gara contro l’Inter?

“Da oggi mettiamo online il modulo, da giovedì inizieremo con il materiale. Se riusciremo a struttura un’asta, proveremo a farla partire già da venerdì”.


Gli oggetti saranno solo dei calciatori?

“Se la maglia dell’arbitro è appetibile, la si potrebbe chiedere. A me piaceva le idee delle zolle di terreno di gioco, ma dopo un po’ muore l’erba: vedremo se riusciremo a farla”.

La molla che ha fatto scattare tutto durante i 15 anni di attività con De Laurentiis?

“Una sola non c’è, qualche anno fa in un contesto mi chiesero di partecipare alla celebrazione di una persona scomparsa: tutti mostrarono il loro impegno sociale che era sconosciuto ai più. Ci sono persone che dietro ciò che fanno poi fanno del bene agli altri. Il progetto nasce per aiutare”.

DOMANDA SPAZIO NAPOLI – Qualche giorno fa c’è stato la morte di un ragazzo di 15 anni. Come si posiziona un progetto sociale del genere per la continuità dei ragazzi e aiutarli ad entrare nella società?

Sicuramente ognuno deve fare la propria parte. Noi non possiamo sostituirci agli attori, che in questo caso sono famiglia e scuole. Sono discorsi complessi e dolorosi. Noi non ci siamo mai sottratti all’interlocuzione con quei progetti che questo fanno. Noi da sempre sosteniamo l’ufficio scolastico regionale e il comune in passato, come in futuro, di tutti questi progetti scolastici. Ad esempio, con il Barcellona, abbiamo avuto 2 mila bambini nella tribuna Young, oltre a quelli delle scuole calcio”.

-Aste anche per le gare fuori casa e collaborazione con il Barcellona?

“Al momento partiamo con le gare casalinghe perché sono prudente, poi magari abbiamo già oggi 50 richieste. Non abbiamo una struttura dedicata, chi di noi partecipa all’iniziativa toglie tempo al suo tempo libero. ma se ce ne sarà la possibilità, partiremo anche con le gare in trasferta”.

QUI IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA:

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