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Editoriale

Del Napoli di quest’anno si sa tutto, del prossimo si hanno solo barlumi di speranza in mezzo al buio pesto: che ne sarà di questa squadra?

Fino alle quattro di mattina, a parlare. Chiacchiere e convenevoli? No, quando si parla di notte – nella vulnerabilità delle tenebre e nell’amarezza di una giornata difficile alle spalle – si possono risolvere tante cose. C’è schiettezza, sincerità. Nella hall dell’Holiday Inn di Castel Volturno è andata in scena una cosa simile, secondo le ultime cronache. Gattuso, la squadra, la sincerità di elementi che non sanno davvero come risalire la china, come uscire dal baratro in cui si sono cacciati. Forse una soluzione davvero non c’è, forse questa stagione è davvero andata via.

Statisticamente ci poteva stare, nei modi inaccettabile: le scenette a cui i tifosi del Napoli sono stati costretti ad assistere, in campo e fuori, sono state pietose. Sicuramente il sintomo, dall’ammutinamento alle multe, di una società impreparata, travolta dall’ondata di eventi negativi che si sono abbattuti sul Napoli. De Laurentiis padre, De Laurentiis figlio e Giuntoli: i tre uomini chiave della società si alternano nelle presenze, nelle dichiarazioni, nei gesti e nelle decisioni. È da loro, però, che ci si attende delle risposte. Giuntoli si è presentato spesso davanti alle telecamere, non si è mai sbottonato più di tanto. Ancelotti fingeva, fino alla partita con il Bologna, una serenità che in campo già era scomparsa da tempo. Gattuso ha lanciato allarmi preoccupanti, sirene che continuano a squillare incessantemente.

Chi li raccoglie, dalla società? Aurelio De Laurentiis non c’era al San Paolo sabato, influenzato. Cristiano Giuntoli ha chiacchierato nel pre-partita. Nessuno, però, esaudisce i desideri dei tifosi: dire le cose come stanno. E se è vero che la stagione risulta ormai compromessa o quasi (dita incrociate sulla Coppa Italia), qualcuno della società dovrà rispondere a determinati quesiti quanto meno sulla prossima annata. Qual è il progetto? Come si riparte? Con quali calciatori? Con quali cessioni? Chi sarà l’allenatore? Demme, Lobotka e Rrahmani sono in funzione di un progetto tecnico chiaro o presi per altri motivi? Qual è l’obiettivo per l’anno prossimo? Competere ancora con la Juve o ridimensionare le aspettative? Perché da ogni parte, tra addetti ai lavori e tifosi, la sensazione che emerge è chiara: del Napoli di quest’anno si sa tutto o quasi, del prossimo si hanno solo barlumi di speranza in mezzo al buio pesto. E la paura che quest’annata non sia un caso isolato ma il preludio a un tracollo più netto si diffonde a macchia d’olio. Che ne sarà di questa squadra? Soprattutto: chi ha la risposta? Forse nessuno, forse solo il tempo e gli effetti di un lavoro certosino che dovrà partire dal mercato per arrivare alle altre problematiche. Ma tocca ai vertici della società riunirsi, emergere, dare delle risposte o quanto meno delle indicazioni su cui costruire una speranza (seppur debole).

Vittorio Perrone

Articolo modificato 20 Gen 2020 - 17:33

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Vittorio Perrone