Marelli rivela: “Contro il Genoa era rigore per il Napoli. Finchè c’è Nicchi io nell’AIA non rientro, non reggo l’oligarchia”

Luca Marelli, ex arbitro italiano, interviene a ‘Radio Kiss Kiss Napoli’ sentenziando il fallo di mano di Lerager in Napoli-Genoa e confessa il motivo per il quale non risiede più nell’Associazione Arbitri Italia. Ecco quanto evidenziato:

RIGORE PER IL NAPOLI

É stato un tocco volontario da parte di Lerager, più che con il braccio era con il gomito, un movimento assolutamente volontario. Se dovessi dire per quale motivo non hanno dato rigore, non ne ho idea cosa si è ritenuto, forse per protezione del volto. Un arbitro non si aspetta un tocco di mano, quindi vengono definiti episodi inattesi. È difficile trovare una spiegazione e capire per quale motivo”.

IL NUOVO REGOLAMENTO

Sulla questione in merito alla poca comprensibilità del regolamento da parte di alcuni allenatori, Marelli risponde: “In realtà non è così difficile capire il regolamento, tutti bene o male capiscono, forse non hanno interesse ad approfondire l’argomento o non hanno tempo”.

DISSIDI TRA MARELLI E NICCHI

Non rientro nell’ AIA perchè ho avuto dissidi e se domani dovessero eleggere una persona nuova come dirigente io rientro. Finchè c’è Nicchi io non torno. Mi sarei tappato il naso, ho chiesto due volte di essere integrato ma non mi hanno risposto. Perchè? Chiedete a lui. Ho avuto dissidi con Nicchi, ho sostenuto lui nella campagna elettorale de 2009, qualche mese dopo è successo un avvenimento e da qual momento… Io sono stato lasciato fuori dalla nazionale perchè ero definito una testa calda dopodichè dal 2010 mi sono dimesso. Mi avevano sospeso per nove mesi e non ne potevo più di stare in una associazione in cui non stavo bene. Con gli arbitri avevo buoni rapporti”.

Infine, l’ex arbitro aggiunge: “All’interno dell’associazione ci dovrebbe essere più dialogo non una voce unica, non è democrazia, è un’oligarchia sotto la quale non ci vorrò mai vivere. Preferisco vivere l’indipendenza. Mi trovo benissimo credo di essere più utile fuori che dentro, ho più credibilità adesso rispetto a quando stavo dentro. Il mio compito lo svolgo meglio più fuori che dentro”.

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