La nuova (vecchia) vita di Insigne: la fascia sinistra, Ancelotti, l’abbraccio dei tifosi

La cronistoria dell’ultimo anno di Lorenzo Insigne è un racconto che nasconde, tra le righe della fredda cronaca, delusioni anche amare. È un fascicolo piccolo e rilegato alla svelta, archiviato in una pila di oggetti da non toccare più.

Insigne ha solo voglia di gettarsela alle spalle, la scorsa stagione. Poteva essere quella della consacrazione, è stata un inferno. E Lorenzo, ora, porta con sé tutte le bruciature. Tutte le critiche, i fischi, le volte in cui piedi e pallone non andavano per nulla d’accordo.

INSIGNE DI NUOVO A SINISTRA

Per farlo, si riparte da due certezze granite, solide e inscalfibili. Che in un modo o nell’altro erano state minate, che sono però tornate come capisaldi della vita di Insigne: il Napoli e Carlo Ancelotti. Resta, Lorenzo resta. Sì, il suo futuro è in azzurro e lui non l’ha semplicemente dichiarato: l’ha urlato. E con Ancelotti, sapiente ascoltatore, s’è deciso di riportarlo sul suo pascolo preferito. La fascia sinistra lo attende come una casa dopo un lungo viaggio, come Itaca attendeva Ulisse.

Metafore a parte, la nuova vita di Insigne parte da sinistra, di nuovo. Dov’eravamo rimasti? Ah, ad apprezzare le qualità di uno dei migliori esterni offensivi italiani. Ed è da lì che si riparte, contro uno sparring partner come la Feralpisalò. Che incassa i colpi di un ispiratissimo Lorenzo: l’assist per Verdi, dopo una sgroppata, le finte e il delizioso filtrante, è un gesto tecnico degno di pochi. Un assaggio da sommelier a chi ha abituato al palato fine. Giocate del genere arriveranno, partiranno da lì, troveranno nel 24 il loro massimo interprete. Incrociando le dita.

INSIGNE E I TIFOSI

Ma la nuova vita di Lorenzo Insigne parte da un rammendo, una ricucitura. Una toppa da mettere ad un rapporto che s’è complicato fin troppo, per essere lui napoletano e capitano. Con i tifosi c’è qualcosa da farsi perdonare, forse da entrambe le parti. La strada imboccata è quella giusta: il primo giorno di ritiro è iniziato con un abbraccio ai tifosi. Le parole al miele verso Napoli e il Napoli in piazza a Dimaro hanno confermato le sue intenzioni.

Il gesto più bello l’ha espresso qualche giorno dopo, andando a rispondere anche ai più scettici, quelli del “parole, non fatti”. E il protagonista è un tifoso di 7 anni, deluso dalla sessione di autografi, scovato nella folla proprio da Insigne. Il regalo? Un giro nell’albergo del Napoli, foto, sorrisi, autografi e chiacchierate con tutti.

È un Insigne umano, che risponde anche alle critiche su una presunta spocchia. Fatti, non parole. Fuori, nel lato più tangibile e concreto delle cose. Ora c’è un altro aspetto da conquistare: il campo. A sinistra, con Ancelotti, nel Napoli.

Vittorio Perrone

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