Il bacio alla maglia: le due facce della stessa medaglia

Mai nulla accade per caso ed un gesto vale più di mille parole. Il 2-1 del Napoli contro la Spal, a Ferrara, ieri, è stato solo un risultato. Punto principale della terzultima gara di campionato è stata l’esultanza di Allan. Perchè l’ha fatto? È la domanda che si pongono tutti, l’effettiva risposta non c’è.

Non una suggestione: il bacio sulla maglia, sul logo del Napoli, ed il  “Ti amo” urlato, sono gesti compiuti davanti la telecamera. Il brasiliano ha fatto una confessione, ha giurato amore al Napoli.

Non si può restare inermi di fronte un episodio così: la stagione del centrocampista è stata altalenante, il calo è iniziato con il corteggiamento del PSG a gennaio. Le tante lusinghe l’hanno fatto distrarre ed avevano quasi convinto il brasiliano a trasferirsi ai piedi della Torre Eiffel. La seconda parte di stagione ha visto Allan confuso: la professionalità in campo non è mai mancata ma non era il guerriero che tutti conoscevano. Il goal contro la Spal, la rete dopo quindici mesi, può aver fatto aprire gli occhi al brasiliano. Un chiaro atto di fede rappresenta il bacio sulla maglia, un gesto che ha un grande valore, ed è chiaramente un segnale per il futuro.

Ma quale futuro?

L’esultanza accesa e plateale non è casuale: Allan ha voluto riconciliarsi con i tifosi e con la città. A uomini come lui non piace fare chiacchiere: tre giorni fa sul suo profilo Instagram è sbucato un suo pensiero: “Il sorriso ed il silenzio sono due armi molto potenti. Il sorriso risolve i problemi, il silenzio evita loro”. Le parole del brasiliano sottolineano il disorientamento in cui si è trovato, stregato dalla Francia, ed ora, guardando la realtà, potrebbe aver voluto dimostrare che le sue intenzioni sono quelle di rimanere ai piedi del Vesuvio.

Il pensiero è ben chiaro, nessun atto ipocrita o esibizionista. Eppure questa non è l’unica risposta che viene in mente. L’ultima partita di Marek Hamsik ha visto il giocatore uscire baciando la maglia. Il 2 febbraio 2019 al San Paolo, con quel gesto, il capitano salutava la sua città dopo 12 anni in maglia azzurra. Qualche giorno dopo la gara contro la Sampdoria, arrivò la notizia che lo slovacco stava per volare via, direzione Cina.

Ogni azione ha il suo perché, ma la suggestione è forte. E se il bacio di Allan fosse un addio alla sua città del cuore?

Gaia Martino

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