De Laurentiis: “Insigne se vuole può restare a vita, ma per essere capitano non basta la fascia! Mercato? Prima le cessioni”

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna de Il Corriere dello Sport. Il patron azzurro ha fatto sentire la sua voce anche a Madrid: ha capito la posizione delle European Leagues presiedute da Javier Tebas, numero uno della Liga, che ha organizzato il meeting. 

Le sue parole riguardo la squadra e le prestazioni in Europa:

“Ci siamo permessi di battere società che hanno un fatturato più alto. Io sono soddisfattissimo. Molti mi hanno mandato messaggi di adesione continua al nostro progetto, che va avanti. Non bisogna mai dimenticarsi che Ronaldo è quel plus inimmaginabile. Prendersi una rivincita contro un giocatore che da solo fa la differenza diventa molto complicato. Poi non bisogna dimenticarsi che la Juventus aveva una continuità di allenatore, noi avendolo cambiato è come se avessimo ricominciato da capo. Il secondo posto è importante, siamo a 10 punti dall’ Inter, 14 dal Milan e 15 sulla Roma e le milanesi fatturano molto più del Napoli: questo lo dobbiamo sia alla nostra capacità di fare impresa, sia all’ allenatore che abbiamo scelto.

ADL dà poi un voto al tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti: “Otto. Perché è arrivato in un contesto che non conosceva, in un calcio italiano completamente diverso da ciò che aveva frequentato negli ultimi anni. Quindi chapeau e va benissimo così. Siamo noi che adesso, conoscendolo meglio, ci dovremo attrezzare per servirlo meglio facendo le scelte giuste, anche in uscita prima e poi di mercato in entrata.”.

Su Cristiano Giuntoli: “Ho rinnovato il contratto per i prossimi cinque anni e non per caso, ma per le sue capacità. Di nomi ne abbiamo tantissimi sul taccuino, ma è più importante curare il mercato in uscita, perché l’anno scorso abbiamo dovuto sistemare giocatori importanti al Parma e ad altri club. Non possiamo comprarne altri per farli giocare altrove. Dobbiamo essere sicuri che i giocatori che prenderemo poi saranno impiegati tra le nostre fila”.

De Laurentiis: “Insigne se vuole può rimanere a vita”

Il presidente ha specificato che se il giocatore vuole rimanere in azzurro a vita deve dirlo. La società in quel caso farà una discussione su come tenerlo a vita e farlo diventare un simbolo ulteriore del Napoli, più di quanto non lo sia già. Sul suo ruolo di capitano: “Come napoletano ha tutte le credenziali per essere capitano. Queste però sono cose che bisogna desiderare, volere e attuarle facendo anche presa sullo spogliatoio. Un vero capitano non è solo quello che porta il gagliardetto o la fascia, ma è anche quello che sa parlare alla squadra e sa come convincerla a poter raggiungere determinati traguardi”.

Sul San Paolo, De Laurentiis spiega: “Gli stadi oggi dovrebbero essere concepiti in un altro modo. Io non avrei ridotto la capienza a 55 mila, ma ancora di più, dando più spazio alla visibilità per gli spettatori. Però questo sarà un secondo round che aff ronteremo dopo le Universiadi: la pista d’ atletica, del resto, non può permettere un miglioramento della visibilità. Non è solo un problema del San Paolo, però. Anche all’Olimpico di Roma la partita si vede molto poco”.

Ha poi concluso che è contro la Superlega. Il presidente ai colleghi del giornale spiega di essere pro ad un campionato europeo parallelo che si giochi dal martedì al giovedì, che prevede 80 squadre divise in gironi: “Qui a Madrid si sono fatte tante chiacchiere, ben vengano incontri come questi, ma Tebas fa il politico e deve dare addosso agli altri. Non ha centrato il problema: vuole fare il Robin Hood della situazione, è un imbonitore. Sembrava un’accusa all’ECA, che ha 332 club tra i più importanti d’ Europa e che ci ha fatto ottenere cose da Fifa e Uefa che prima non avevamo, come i rimborsi per i giocatori impegnati con le nazionali, le polizze assicurative e gli indennizzi in caso di infortuni. Qui, invece, nessuno ha parlato dei procuratori, che sottraggono soldi al calcio. O di come combattere il fenomeno degli E Games: i ragazzini adesso preferiscono i videogiochi e disertano gli stadi”.

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