Ancelotti a DAZN: “Cavani? Sono contento dei miei attaccanti. Quando mi ha chiamato ADL pensavo ad uno scherzo”

Il tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di DAZN. Ecco quanto dichiarato dall’allenatore azzurro:

Si dicono bugie in conferenza stampa?

“Molte, molte. La VAR? Serve per dare più serenità agli arbitri e sopratutto per evitare le polemiche che ci sono in Italia. Risposta tra di noi? Era ora che la mettevano! Si devono svegliare però perché non sempre la utilizzano nel modo giusto. Non parlo dei giocatori di altre squadre Cavani ha fatto molto bene al Napoli ad ora sono contentissimo degli attaccanti che ho. Tra di noi… è lo stesso, a volte non ci sono differenze”.

COME HA SPIEGATO IL SUO NAPOLI SI GIOCATORI?

“Le cose le ho proposte piano, ci sono stati i venti giorni del ritiro che hanno aiutato, è stato un processo dolce”. 

CHAMPIONS

“Credo che la Champions sia sopratutto una questione di esperienza, di gestione dei grandi stadi, dei grandi ambienti, delle grandi partite. Quando questa non c’è bisogna focalizzarsi molto su quello che bisogna fare sul campo per non avere altri tipi di pensieri“.

FATTORE ANCELOTTI

“L’altro giorno parlavo con Sacchi e lui diceva: -l’autorità la puoi avere in due modi, per persuasione o per percussione-. Io cerco di utilizzare la prima ma se c’è da percuotere qualcuno sono pronto. Io ho avuto in questo tanti maestri. Alcuni ti percuotevano altri invece tramite la persuasione, il convincimento ti aiutavano. Dare responsabilità è anche quello che serve per avere uno staff coinvolto. A volte è un rischio ma aumenta anche l’autostima di chi lavora con te“.

MERTENS E HAMSIK

“Sono abbastanza aperto con Mertens non è stato semplice perché non giocava dall’inizio ma sono cose normali, se non se la fosse presa sarebbe stato peggio. Hamsik? Sapevo che aveva avuto quest’offerta per andare via, allora gli ho spiegato che per me era un giocatore importante e che mi avrebbe fatto piacere se fosse rimasto perché ha esperienza e gli ho anticipato che avrei volute cambiargli ruolo: forse è proprio questo che lo ha convinto a rimanere perché voleva provare qualcosa di nuovo”.

CHI È IL LEADER DEL NAPOLI?

Non ce n’è uno solo, ci sono diversi giocatori che hanno la leadership. Poi ci sono giocatori che hanno quella leadership innata come Maldini, nettamente distaccato rispetto ali altri, professionale, serio oppure altri come Sergio Ramos e Ronaldo. Diciamo che un allenatore se trova giocatori come questi non ha fatto tredici, ma ci sei vicino”.

A CHE PUNTO È IL NAPOLI?

“C’è sempre qualcosa da migliorare o da perfezionare, ma a livello di relazione e di ambiente mi trovo benissimo non solo con i calciatori e la società ma anche con la città”.

RITORNO IN ITALIA

“La possibilità di tornare a parlare italiano è una delle cose che più mi ha convinto ad accettare la proposta del Napoli. Dal punto di vista tecnico, parlare in inglese non crea nessun problema, ma dal punto di vista emotivo e psicologico parlare la propria lingua è tutta un’altra cosa. Che lingua si parla nello spogliatoio?Al Napoli internazionale di oggi, gli Spagnoli comunicano in spagnolo tra di loro, qualcuno in francese ma la lingua ufficiale che si parla è l’italiano”.

SARRI E DE LAURENTIIS

Il terreno grazie a Sarri non era solo ben aratro, c’era un erba rigogliosa! Il lavoro fatto da Sarri è stato di fondamentale importanza. De Laurentiis? Io e il presidente ci sentivamo ogni tanto da anni… ci eravamo già sentiti quando tentai di portare Cavani al Psg senza successo… quest’estate abbiamo fatto anche le vacanze insieme. Lui è un presidente che è diventato appassionato col tempo: adesso segue tutto, si informa su tutto, ma sa delegare. E’ una persona molto schietta, molto sincera, molto divertente. Quando mi ha chiamato per il Napoli pensavo scherzasse poi invece è andato tutto molto bene e veloce”.

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