Il Napoli trasforma in opportunità il divieto italiano di sponsorizzazione delle società di betting

L’estate 2018 è stata complicata per le squadre di calcio italiane. Non tanto per l’impazzare del solito calciomercato, quanto per la definitiva approvazione da parte del Governo italiano del cosiddetto Decreto Dignità. In questo decreto, infatti, all’articolo 9 viene vietata ogni forma di pubblicità diretta e indiretta relativa a giochi e scommesse su qualsiasi mezzo o piattaforma. Incluse in questo divieto anche le manifestazioni artistiche, culturali e sportive. Ma questo non è tutto. Dal primo gennaio 2019 infatti il divieto di pubblicità sarà esteso anche a tutte le sponsorizzazioni: i contratti già stipulati alla data del 14 luglio 2019 non potranno più essere operativi.

Ecco quindi che le squadre di calcio italiane che hanno finora annoverato tra i propri sponsor società di scommesse sportive o di broker online saranno costrette a rivedere non poco i propri budget di bilancio.

In Italia, secondo quanto rilevato dal sito specializzato Calcio & Finanza, sono ben 11 le squadre di serie A che hanno contratti con betting partner e tra queste ci sono l’Inter (con Bwin), la Juventus (con Betfair), la Snai (che sponsorizza Roma e Milan) e il Napoli (con Planetwin365).

Proprio il Napoli Calcio sembra essere stata la società più rapida nel reagire positivamente alla decisione ‘drastica’ del Governo italiano. Nel 2017 era stato chiuso un accordo di sponsorizzazione con la società maltese di scommesse online Planetwin365, una strada chiusa che però ne ha riaperte altre. Sono ben tre, infatti, gli sponsor pubblicitari che il Napoli ha deciso di applicare sulla propria maglia da gioco (Lete, Pasta Garofalo e Caffè Kimbo) per un controvalore complessivo di sponsorizzazione da 15 milioni di Euro.

Un divieto che è quindi diventato un’opportunità per la società partenopea. In primavera il famoso quotidiano sportivo la Gazzetta dello Sport aveva celebrato il miglior bilancio della sua storia annoverando la squadra di Aurelio De Laurentis tra le squadre più virtuose e non dipendenti dal credito bancario presenti in Italia.

La decisione del Governo italiano con il famoso Decreto Dignità ha naturalmente suscitato una spaccatura tra chi considera positiva questa scelta – visto il crescente numero di casi di ludopatia e simili patologie registrati in Italia – e chi invece la considera un’inaccettabile intromissione dello Stato nel business delle sponsorizzazioni, così importante per tutto il mondo dello sport.

La verità sta probabilmente nel mezzo, anche perché nel resto d’Europa i broker online e le società di betting rappresentano una risorsa economica importante per le società calcistiche.

Agimeg ha pubblicato un dato relativo alla Premier League inglese che indica nel 45% la percentuale di club con sponsorizzazioni legate al gaming sulle proprie maglie. Tutte le società pubblicizzano su cartelloni a led ed hanno accordi di partnership con questi sponsor.

Una soluzione ‘alla francese’ potrebbe essere adottata dall’Italia per non privare le società calcistiche del vitale ossigeno legato alle sponsorizzazioni. In Francia infatti la pubblicità è vietata, ma lo Stato redistribuisce parte degli introiti legati alle scommesse alle squadre di calcio.

Se, in ogni caso, l’Italia si dimostrerà pioniera e rigida nell’applicazione del divieto si potrà sempre prendere ad esempio il caso di tutto successo del Napoli Calcio.

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