Non chiamatele riserve…

Partire alle spalle di qualcuno spesso è frustrante e per i più deboli può diventare il colpo di grazia. Però c’è anche chi è forte, ma forte veramente, con un carattere ed una mentalità vincenti, che spingono a credere oltre le proprie potenzialità, oltre i propri limiti, oltre tutto.

Nel calcio c’è sempre chi viene dopo qualcuno, fa parte delle cosiddette gerarchie, però talvolta possono essere ribaltate, appunto, da chi ha quella marcia in più. Questa marcia è rappresentata dall’approccio mentale giusto, quello che ha chi vuole migliorarsi e non accetta di essere etichettato come “riserva di qualcuno“.

Riserve, ma dove?

Rog, Ounas, Diawara, ma anche Karnezis e Malcuit. Cosa accomuna questi calciatori? Una specie di etichetta iniziale sulla quale c’era perennemente scritto “riserve“. Ma Ancelotti smentisce tutti, gara dopo gara, tirando fuori il coniglio dal cilindro, rilanciando uno dopo l’altro tutti i giocatori che apparentemente potevano sembrare ai margini. I primi tre, quasi sul mercato ad un certo punto, si stanno ritagliando sempre più spazio; gli altri due, invece, tra le tante critiche e polemiche, ora stupiscono tutti e fanno ricredere i più scettici.

L’esplosione

Karnezis dopo un precampionato disastroso è stato messo praticamente all’angolo, ma la Serie A sembra averlo fatto rinascere: chiamato in causa 4 volte su 9 gare, è stato praticamente perfetto, tra ottimi interventi e soprattutto tre porte inviolate fin qui. Una piccola rinascita, confermata ieri sera ad Udine. Così come sono state confermate ancora una volta le scelte indovinate di Ancelotti: Malcuit ancora sull’out di destra, finora neanche una partita sbagliata, anzi, sembra crescere sempre più in fase difensiva e spinge con grande intensità e pericolosità lì davanti; Rog entra e chiude la gara, una sentenza al momento giusto. Fiducia per sé stesso e fiducia da parte dell’allenatore quando ne aveva più bisogno; Fabiàn Ruiz, l’acquisto importante, ma ritenuto ancora un’alternativa. Gol d’autore per sbloccare la gara alla Dacia Arena, con il piede debole, per dimostrare che è tutto fuorché una riserva!

Ma quindi, davvero vogliamo continuare a parlare di alternative? Forse è più giusto guardare un collettivo magnifico, che sa essere sempre più Ancelotti-dipendente – il che non è affatto un male – ed è in grado di mettersi a disposizione dell’allenatore dando il 100%. Questi ragazzi oramai sentono di essere parte integrante e fondamentale del progetto, tutti titolari, tutti fondamentali, tutti uniti per portare i colori azzurri in alto, in Italia e in Europa!

 

DI GIOVANNI ANNUNZIATA

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