Il sacrificio di Ancelotti: una sconfitta per cambiare rotta

Prima o poi doveva accadere e Carlo Ancelotti ne era consapevole. Con la partita di ieri tra Sampdoria e Napoli e le scelte iniziali, e quelle in corso d’opera, il tecnico azzurro ha sancito una linea di frattura fra l’era di Maurizio Sarri e la sua. Tuttavia, per farlo, Ancelotti ha dovuto sacrificare una partita. Ben venga la sconfitta se i calciatori riescano ad assimilare velocemente le idee del mister partenopeo.

ANCELOTTI E LA GESTIONE DELLA ROSA

Innanzitutto Carlo Ancelotti ha voluto prendere le distanze da quella che era la gestione della rosa di Maurizio Sarri. Dare spazio fin da subito a Diawara e Verdi, che ieri hanno sostituito Hamsik e Callejon, è stato un segnale molto forte. Come se non bastasse a gara in corso, sotto di due reti, il tecnico di Reggiolo ha preferito dare fiducia ad Adam Ounas, subentrato insieme a Mertens all’inizio della ripresa. Per concludere l’ultima scelta è stata quella di Marko Rog: chiara indicazione di quanto sia importante per il tecnico tenere alte le motivazioni di tutti i suoi giocatori. “Ho più di undici titolari, avrò bisogno di tutti” – ha asserito Ancelotti alla vigilia di Sampdoria-Napoli e ieri ha dimostrato sul campo quelle che sono le sue intenzioni. Che non si parli di turnover, quindi.

ANCELOTTI, IL GIOCO E IL MODULO

Anche il modo di giocare del Napoli è cambiato. L’ossessivo possesso palla non sembra più essere nelle prerogative azzurre. D’altronde Ancelotti aveva preannunciato anche questo la scorsa settimana: “Stiamo provando a verticalizzare di più, senza buttare ciò che è stato fatto in passato”. Infatti è partito col 4-3-3 in tutte le gare disputate sinora, con Hamsik nelle prime due gare e Diawara ieri nel ruolo di mediano, quello che nella passata stagione era di Jorginho. Poi a gara in corso il modulo è sempre cambiato: 4-4-2 con la Lazio negli ultimi 15′ minuti; 4-2-3-1 sia contro il Milan che contro la Sampdoria. Quest’ultimo era il modulo che Ancelotti utilizzava al Bayern Monaco e chissà che non stia lavorando per riproporlo più spesso all’ombra del Vesuvio.

Dovrà lavorare tanto Carlo Ancelotti, sia sull’aspetto del gioco, sia sull’aspetto mentale dei suoi calciatori. Potrebbe volerci del tempo e c’è bisogno di pazienza da parte dei tifosi del Napoli. Intanto questa sosta capita a pennello e permetterà all’allenatore partenopeo di riorganizzare le idee e di lavorare sugli errori commessi nelle prime tre gare di campionato. Quegli errori che hanno portato Karnezis e Ospina a subire ben sei reti, troppe per chi punta a insidiare la Juventus per il primo posto.

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