GRAFICO – Con Ancelotti si può dire addio al 4-3-3: tutte le possibili soluzioni per il nuovo Napoli!

Da qualche giorno non si fa altro che parlare dell’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli, dell’addio di Sarri, più o meno traumatico, e dei nomi altisonanti di calciatori che potrebbero raggiungere il tecnico all’ombra del Vesuvio. Ma, a prescindere dagli interpreti, in molti già si chiedono quale modulo utilizzerà il mister ex Bayern Monaco al suo ritorno su una panchina della Serie A.

ANCELOTTI, I MODULI USATI IN PASSATO

Nella sua ultima esperienza in Germania, datata 2016-2017, il nuovo tecnico azzurro ha utilizzato il 4-3-3 e il 4-2-3-1 in maniera duttile e all’incirca in egual modo. Il bomber Lewandowski in attacco e una difesa a 4 da cui non si è mai allontanato. Il centrocampo, invece, restava flessibile con la possibilità del passaggio dai due centrocampisti all’unico regista supportato dalle due mezze ali. Gli stessi moduli erano stati utilizzati anche precedentemente con il Paris Saint-Germain e il Real Madrid dove veniva dato quindi molto peso anche agli esterni d’attacco veloci come Ronaldo e Bale.

Ma nel corso della sua carriera Carletto ha cambiato più di un modulo. È passato infatti dal 4-4-2, dal quale ai tempi del Parma aveva timore a staccarsi, passando per il 4-4-1-1 alla Juventus grazie all’utilizzo di Zidane come fantasista alle spalle di Inzaghi e poi al 4-3-2-1, il cosiddetto modulo ad albero di natale, al Milan con il solito Inzaghi a fare da bomber d’aria piccola ma supportato, questa volta, da due trequartisti del calibro di Kakà e Seedorf.

I PUNTI CARDINE DELLA FILOSOFIA ‘ANCELOTTIANA’

Cominciamo quindi da due pilastri fondamentali delle tattiche di mister Carlo Ancelotti:

  • Il primo è la difesa a 4 perché, infatti, quasi mai nella sua carriera il tecnico ha utilizzato la difesa a 3.
  • il secondo, invece, è il bomber fisico, quello che ruba gli spazi, quello che è sempre pronto nell’aria piccola e che sopratutto ha il fiuto del goal. Vedasi ancora una volta, per essere più chiari, Filippo Inzaghi o, se vogliamo essere più moderni, Lewandowki (che lega alla bravura in area di rigore anche la velocità e la tecnica).

Passando quindi al Napoli, e prima di prendere in considerazione i moduli, il primo dubbio che sorge spontaneo è quello relativo all’utilizzo di Mertens come prima punta. Abbiamo visto come Ancelotti prediliga una punta alta, fisica e possente e di conseguenza possiamo prospettare sia molto più facile l’utilizzo di Milik in quel ruolo. Il polacco sembra essersi finalmente ripreso dall’infortunio e, visto che ancora nessun “Benzema” è arrivato a Napoli, sembrerebbe lui il bomber prescelto al centro dell’attacco.

COME CAMBIERÀ IL NAPOLI?

Cosa succederebbe a questo punto per Mertens? Nel caso caso in cui l’attaccante belga non dovesse abbandonare Napoli, come negli ultimi mesi ampiamente prospettato, Dries tornerebbe al ruolo dei suoi inizi in maglia azzurra. In questo caso, però, va ben valutato quale modulo il mister utilizzerà e soprattutto quali cessioni verranno fatte. In caso di 4-3-3, infatti, Mertens si giocherebbe il posto da titolare insieme a Insigne sulla sinistra o giocherebbe a destra se Callejon dovesse essere ceduto. Nel caso, invece, di albero di natale (4-3-2-1) sarebbero sicuramente Mertens e Insigne i due predestinati ai due posti da trequartista, mentre se si utilizzasse il 4-2-3-1 scenderebbero in campo tutti e tre (con Mertens nel ruolo di centrale) alle spalle di Milik.

Altro problema relativo ai moduli da utilizzare è quello relativo al centrocampo. L’utilizzo infatti dell’appena menzionato 4-2-3-1 comporterebbe non pochi problemi a Jorginho. Il regista, infatti, ha mostrato già ai tempi di Benitez moltissime difficoltà a sostenere un centrocampo a due uomini, essendogli preferito in più di qualche occasione Inler. Inoltre il centrocampo del Napoli è assolutamente perfetto con il regista supportato da due mezze ali come Allan, più fisico e difensivo, e Hamsik, più offensivo e propositivo.

I moduli quindi che sarebbero senza alcun dubbio da scartare sono:

  • il 4-4-2 degli inizi al Parma, in quanto porterebbe alla perdita di Jorginho e di almeno uno tra Callejon, Mertens e Insigne (solo il primo, infatti, sarebbe forse in grado di sopportare il ruolo da esterno di centrocampo mentre uno degli altri due affiancherebbe Milik in attacco);
  • il 4-4-1-1 della Juventus di Zidane, visto che, similmente a quanto detto prima, ci sarebbero molti problemi per Jorginho, Callejon dovrebbe essere spostato sulla destra di centrocampo, a sinistra nessuno saprebbe ricoprire quel ruolo e solo uno tra Insigne e Mertens potrebbe mettersi alle spalle di Milik;
  • 4-2-3-1 degli inizi al Milan e delle ultime esperienze all’estero, perché, anche se verrebbero sfruttati al massimo “i tre tenori”, sarebbe snaturato completamente il centrocampo del Napoli degli ultimi anni.

I moduli più appetibili, di conseguenza, restano il 4-3-3 sulla scia di quanto lasciato da Maurizio Sarri o l’albero di natale 4-3-2-1 che ha portato Ancelotti sul picco d’Europa con il suo Milan.

Ecco come sarebbe il Napoli di mister Ancelotti con questi due moduli ed alcuni degli acquisti “galattici” di cui si parla negli ultimi giorni:

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Erasmo Micera

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