IL MATTINO – Clan e movida, i fratelli organizzarono la gita a Capri di Higuaìn

Fonte: ilmattino.it

Sono una costante, una presenza fissa per alcuni calciatori del Napoli, almeno da cinque anni a questa parte. Loro, i fratelli Esposito, sono disponibili «acca ventiquattro», quando dall’altra parte del telefono chiamano i calciatori. Ed è così che si organizzano per consentire la gita a Capri in una barca a noleggio nell’agosto del 2013 per il neo acquisto del Napoli Gonzalo Higuain, che proprio in quella giornata sarà vittima di un piccolo incidente al naso, facendo infuriare il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Ed è un feeling che va avanti negli anni, da parte dei fratelli Esposito con Paolo Cannavaro, con qualche contatto con calciatori del calibro di Aronica, Grava, dello stesso Lavezzi (tutti rigorosamente estranei alle indagini). Nomi segnalati alla Procura federale in una informativa che svela comportamenti privi di rilievo penale, sui quali però c’è stata attenzione sotto il profilo disciplinare. Restiamo a Paolo Cannavaro, l’ex capitano del Napoli di Mazzarri, al quale la Dia del capocentro Giuseppe Linares dedica un intero capitolo, a proposito di telefonate e messaggi intercettati con gli Esposito, finanche con un soggetto latitante in Perù (ovviamente si tratta di uno status sconosciuto all’ex calciatore azzurro).

L’orologio per Cavani
È il 12 febbraio del 2013, quando Luigi Martino chiama Paolo Cannavaro, di cui è il suocero, per segnalargli un affare relativo alla vendita di un orologio del valore di circa 400mila dollari. Immediata la reazione dell’ex difensore partenopeo: «Solo ad Eddy posso chiedere». E per la Dia non ci sono dubbi, «Eddy è Edinson Cavani», ex bomber azzurro, poi volato al Paris Saint Germain. Ma la conversazione tra suocero e genero diventa un capitolo da approfondire, agli occhi degli inquirenti. Seguiamo il discorso:
Luigi Martino: «Paolù, lo tengo qua… ma è uno spettacolo al fratello! Mamma mia vergine!!! Me lo ha dato questo! Ma perché non lo vendi? Guadagniamo qualcosa!».
Paolo Cannavaro: «Ma hai avuto anche la garanzia?».
Luigi Martino: «Tutto, tutto».
Paolo Cannavaro: «Domani me lo vengo a prendere, me lo porto al campo… lo faccio vedere anche a Michele».
Luigi Martino: «Paolù, questo qua, prezzo a costo, sta 480mila dollari, ce ne sono nove orologi al mondo… sarebbe uno “Zenit el primero”, pieno di brillanti e diamanti, poi domani ti dico il prezzo da vicino». Ovviamente, lo ripetiamo, nulla di penalmente rilevante.

Max il bandito
l’amico peruviano

Sono ancora le cimici della Dia ad intercettare la conversazione che Paolo Cannavaro intreccia con un fan di sempre, che lo chiama addirittura dal Perù. Si tratta di Massimiliano Amato, nome in codice «Max il bandito», che lo chiama per rinnovargli amicizia e fedeltà: «Sei il mio unico capitano, ti sarò vicino anche quando diventerai vecchio». Ovviamente, Cannavaro non poteva essere al corrente del fatto che Amato era stato coinvolto in una indagine per fatti di droga da parte della Procura di Roma e che «si era sottratto a una misura cautelare (sempre per fatti di droga) dal gip napoletano Pasqualina Paola Laviano».

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