I tifosi per la vittoria, una vittoria per i tifosi

Quello 0-0 sa di resa. Ormai è una sentenza, o quasi. Ha già preso il largo tra i tifosi: il Napoli non vincerà lo Scudetto. La stragrande maggioranza dei tifosi si è espressa sui tribunali dei social, riportando sul banco degli imputati un po’ tutti. C’è Sarri, c’è Mertens, c’è De Laurentiis. I processi sono già partiti, i moventi molteplici, le condanne virtualmente inflitte durissime.

Intanto, mercoledì c’è da tornare in campo. Con il morale bassissimo e le motivazioni a zero, con le premesse peggiori in una fase della stagione che si sperava potesse essere decisiva. Prima l’Udinese, poi lo scontro diretto di Torino. Tutto o quasi sembra perduto, eppure la matematica – che è la verità assoluta – dice il contrario. Sei punti in sei partite possono essere recuperati. Con un’impresa, un capolavoro sportivo che resterebbe negli annali.

Eppure, l’opinione diffusa è quella di un sogno ormai sfumato. Un’opinione anche legittima: il calo del Napoli è notevole, la forza della Juve anche. 6 punti restano un distacco ampio. Assunti che si rifletteranno anche sul pubblico di Napoli-Udinese: la prevendita era andata a gonfie vele, un San Paolo stracolmo (di mercoledì, grazie ai prezzi popolari) si agghindava a festa, si preparava a spingere più forte i propri beniamini verso l’obiettivo.

“E che ci vado a fare?” starà pensando qualcuno in questo momento. Qualcun altro ci andrà, qualcuno ci crederà. Altri occuperanno il proprio posto a sedere con insofferenza, forse fischiando ogni tocco fallito. Oppure si tornerà a cantare “Abbiamo un sogno nel cuore”, magari al termine di novanta entusiasmanti minuti. Novanta minuti nel corso dei quali il San Paolo avrà il dovere di sostenere a pieni polmoni.

Doveri reciproci. Il Napoli, dal canto suo, ha qualcosa da farsi perdonare. Serve una vittoria, concetto banale. Di più: serve una vittoria convincente. L’ultima risale al 26 febbraio: Cagliari-Napoli 0-5. Poi la sconfitta con la Roma, i pareggi con Inter, Milan e Sassuolo, le vittorie risicate con Genoa e Chievo.

Serve un Napoli diverso, più brillante, meno impacciato, forse differente anche negli uomini in campo. Con questi ingredienti, magari, e una vittoria convincente ai danni della già malmessa Udinese, si potrà andare a Torino con un bagaglio diverso e una fiducia ritrovata.

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